Fallout: New Vegas
Una nuova visione targata Obsidian.
Il gioco è finalmente uscito. Qualora foste interessati a completarlo al 100%, vi invitiamo a consultare la nostra soluzione completa di Fallout: New Vegas!
A volte succede che per evolverti, devi fare un passo indietro. Nelle ultime settimane Bethesda Softworks ha mostrato al mondo una delle line-up più impressionanti di sempre, sicuramente la migliore della sua storia, spaziando da Rage, l'ultima "visione" id Software che promette di rivoluzionare il genere FPS, per passare poi a Brink, quindi Hunted (il nuovo dungeon crawler di inXile) e infine... Fallout: New Vegas!
Ma Bethesda ha voluto lasciare il centro della scena per il nuovo Fallout ai suoi sviluppatori, Obsidian Entertainment, un team che in passato ha dimostrato di saper realizzare ottimi giochi di ruolo come Knights of the Old Republic II e Neverwinter Nights 2, entrambi sviluppati per conto di Bioware. Se però quello che state cercando in New Vegas è una nuova visione della serie Fallout, allora forse ne rimarrete delusi. Vi consiglio però di continuare a leggere, potreste anche cambiare idea e scoprire qualche gradita sorpresa.
Obsidian è entrata nel mondo di Fallout 3 e si è trovata subito a proprio agio, esattamente come aveva fatto in passato con il sequel di KOTOR. New Vegas sarà tecnicamente identico al suo predecessore e proporrà delle meccaniche assolutamente in linea con quelle a cui siamo stati abituati. Durante una sessione demo abbiamo potuto testimoniare che il motore di gioco è lo stesso di Fallout 3 e che i due titoli sembrano graficamente identici. Tuttavia il direttore creativo, Chris Avellone, ha tenuto a precisare che le maggiori differenze tra i due prodotti si noteranno in altri settori, dallo sviluppo del personaggio al sistema di conversazione, per finire con i combattimenti.
Nonostante si parli di un gioco pressoché identico al suo predecessore dal punto di vista tecnico, lo spettacolo offerto da New Vegas è decisamente diverso da quello di Fallout 3. Il deserto del Mojave, nonostante mantenga quel feeling "post-atomico", non è assolutamente paragonabile alle distese devastate del gioco precedente. Molti edifici sono ancora intatti, nel cielo si intravede dell'azzurro, c'è addirittura un po' di vegetazione in giro e, in generale, è come se se i colori stiano cercando di tornare in un pianeta distrutto.
Purtroppo non abbiamo avuto la possibilità di vederle durante il gioco, ma Avellone ci ha assicurato che nella versione finale potremo raggiungere l'aeroporto McCarran e camminare lungo la Las (anzi, New) Vegas Strip, dominata dalla Stratosphere Tower.
Mentre in Fallout 3, una volta usciti dal Vault, ci si sentiva come degli alieni in un pianeta ostile, New Vegas ci farà sentire come dei veri sopravvissuti, membri di una sorta di società sopravvissuta alla catastrofe. Avremo addirittura qualche faccia amichevole intorno a noi. Il nostro personaggio sarà un corriere rimasto a lungo tra la vita e la morte dopo un incontro/scontro con una gang di banditi. Veniamo salvati da un misterioso robot chiamato Vic, che ci porta dall'altrettanto misterioso Dottor Mitchell, il quale riesce a riportarci nella terra dei vivi.
E qui veniamo a contatto per la prima volta con il processo di creazione del nostro personaggio che, rispetto a Fallout 3, garantisce qualche opzione in più: potremo creare un eroe più vecchio, tanto per fare un esempio. Le risposte che daremo al dottore determineranno i nostri attributi e le abilità, e un test di Rorschach ci suggerirà quale potrebbero essere le scelte migliori (che però non sarà necessario seguire per forza). Abilità e statistiche saranno familiari a chi ha già giocato Fallout 3, così come il Pip-Boy, che tornerà per la gioia di tutti. Dopo questa prima fase di gioco si viene letteralmente "sbattuti" nel saloon del villaggio Good Springs (realmente esistente, come quasi tutte le "locations" di New Vegas) e dovremo incontrare una cacciatrice di taglie di nome Sunny Smiles, che ci introdurrà alla prima missione, un tutorial per prendere confidenza con il gioco.
È proprio in occasione di questa prima missione che si può entrare in contatto con la nuova modalità Hardcore di new Vegas, pensata appositamente per i giocatori più esperti. In questa modalità gli steam-pack curano la salute nel corso del tempo, non istantaneamente, e non possono sistemare le ferite più gravi. Le munizioni inoltre hanno un peso da tenere in considerazione ed è necessario bere regolarmente per prevenire la disidratazione, quasi inevitabile nel deserto. Se nel corso del gioco la modalità Hardcore dovesse risultare troppo estrema, sarà sempre possibile tornare a un livello di difficoltà inferiore... ma una volta fatta questa scelta non sarà più possibile sbloccare uno degli obiettivi del gioco.
Il feeling che si respira in New Vegas è diverso da quello di Fallout 3. Zone desertiche intervallate da villaggi con saloon, cacciatori di taglie, gang di banditi, sembra quasi di trovarsi dentro un film western. Nel corso del gioco sarà inoltre possibile scovare numerosi riferimenti a Fallout 2, che Obsidian ha inserito a mo' di Easter Eggs. Uno di questi è presente in un'altra delle missioni iniziali, anch'essa simile a un tutorial che ci aiuterà a imparare (o re-imparare) il sistema di combattimento in tempo reale e in soggettiva tramite V.A.T.S. (Vault-Tec Assisted Targeting System).