Fallout: New Vegas
La guerra non cambia mai, e neanche Fallout.
Considerando la qualità dell'esperienza proposta e la sua longevità complessiva (aspettatevi di superare abbondantemente le 30 ore di gioco), le soddisfazioni non mancheranno di certo ma potrebbero comunque risultare di minor impatto rispetto a quelle sperimentate in passato.
La mancanza di innovazione si fa purtroppo sentire anche per ciò che concerne i bug, che si confermano pure stavolta una vera e propria piaga. Nel corso dell'avventura assisterete a eventi davvero poco credibili come nemici che si fondono con l'ambientazione, personaggi che lievitano dal terreno e addirittura creature che rimangono "incastrate" in una specifica animazione dopo essere state eliminate... insomma, situazioni ben note a tutti gli appassionati del franchise, che testimoniano lo scarso lavoro svolto da Obsidian in questo senso.
A questo si aggiungono poi caricamenti spesso estenuanti nelle transizioni territoriali (anche per entrare o uscire da un edificio, purtroppo) e un comparto tecnico qualitativamente inferiore alle aspettative; esattamente come il suo predecessore, anche New Vegas propone infatti una realtà di gioco la cui la vastità territoriale fa purtroppo rima con approssimazione grafica.
Nonostante le incredibili dimensioni del mondo di gioco, è impossibile ignorare l'inspiegabile desolazione che caratterizza gran parte delle ambientazioni che si frappongono fra le varie città e villaggi.
A differenza di Fallout 3, dove l'assenza di una comunità viva e vitale veniva giustificata dalle avverse condizioni della realtà post-atomica proposta, New Vegas non ha infatti alcuna scusa che possa spiegare il terribile senso di vuoto che assale chiunque si trovi a vagare, spesso per diversi minuti, nella Zona Contaminata.
Specie durante gli spostamenti più lunghi, non potrete infatti non chiedervi dove sia finita quella popolazione che aveva abbandonato i Vault per ricominciare una vita alla luce del sole.
La mancanza di una comunità tangibile anche al di fuori di villaggi o città, si scontra infatti con la premessa narrativa del prodotto, causando un poco credibile senso di déjà-vu che riporterà la vostra mente ai giorni passati con Fallout 3.
Il cambiamento sociale e territoriale alla base dell'avventura è quindi davvero difficile da percepire e se non fosse per gli sporadici nemici disseminati qua e là, potreste rischiare di convincervi di essere l'unica forma di vita in circolazione.
In definitiva, pur trattandosi di un prodotto eccellente, tanto nel gameplay quanto nella struttura dell'avventura stessa, Fallout: New Vegas evidenzia purtroppo una sostanziale mancanza d'innovazione e qualche magagna di troppo, problemi questi che gli impediscono di avere lo stesso impatto del suo celebre predecessore.
L'intensità dell'atmosfera e il coinvolgimento che gli eventi sono in grado di suscitare non sono certo in discussione, ma alla luce delle straordinarie potenzialità del concept di base era lecito aspettarsi qualcosa in più.
Intendiamoci, si tratta di uno straordinario "more of the same" che saprà senz'altro affascinare e divertire qualsiasi videogiocatore, ma nel caso in cui abbiate già giocato a Fallout 3 e alle sue relative espansioni, potreste accusare una leggera mancanza di stimoli.