FIFA 10
Signori e signore: il calcio.
A fornire un’immagine d’insieme di cotanta spettacolarità sono piccole migliorie che peraltro appaiono particolarmente evidenti per chi abbia letteralmente consumato lo scorso capitolo. Basti pensare alla rapidità con cui è ora consentito controllare palla in seguito ad un passaggio filtrante alto in profondità, movimento che in passato ha creato non pochi grattacapi a causa della lentezza nell’addomesticare palla da parte degli attaccanti, anche quelli più tecnici, che inesorabilmente provocava il recupero da parte della difesa e il fallimento di numerosi e succosissimi contropiedi.
Ma non finisce qui, i miglioramenti apportati ai cross, ai corner, ai pallonetti e alle dinamiche di tiro hanno reso per certi versi più complicato servire un pallone sulla testa dei centravanti, segnare dalle lunghe distanze o beffare il portiere, ma ne hanno guadagnato la precisione e il realismo degli stessi. Nessun lancio radiocomandato, estrema libertà d’azione, profondità senza precedenti, in questa frase si riassumono sinteticamente le novità concrete apportate da EA Sports alla sua più recente crezione.
E per quanto riguarda l’IA? E’ sempre difficile parlare di quest’aspetto, specialmente per un titolo multiforme come questo. I numerosi e tradizionali livelli di difficoltà e la possibilità all’occorrenza di privarsi di qualunque aiuto sarebbero già sufficienti per far comprendere che la sfida non latita per nulla, anche per coloro che intendano dedicarsi ad alcune ore di sano intrattenimento offline. Quello che possiamo constatare però è un sensibile miglioramento nell’organizzazione di gioco delle squadre gestite dalla CPU.
Anche ad un livello di difficoltà intermedio la manovra appare infatti più ragionata rispetto al passato, meno legnosa e fine a sé stessa. In ogni caso, è quasi superfluo sottolinearlo, se cercate la sfida vera, l’online rimane sempre e comunque l’unico banco di prova vero e incontrovertibile.
La modalità allenatore, uno dei pilastri di vecchia data che compongono l’esperienza offline di FIFA, ritorna anche quest’anno e, come precisato dagli sviluppatori stessi in questi lunghi mesi di attesa, l’idea era di ampliare ulteriormente la struttura che già tutti conosciamo, cercando di limarne i difetti e dare all’utente una base molto più interessante da cui partire, non ai livelli di un manageriale, ma qualcosa che fosse concettualmente assimilabile.
Purtroppo da questo punto di vista i passi in avanti sono stati pochi, l’esperienza è più che soddisfacente come lo era già in precedenza, è stata ad esempio ridotta la frequenza di trasferimenti poco realistici che talvolta portavano stelle di primo piano in piazze meno blasonate, ma c’è ancora margine per migliorare da questo punto di vista.
Oltre a quanto di buono abbiamo già avuto modo di testare con tutte le modalità ormai collaudate, non ultima la carriera da professionista nei panni di un singolo calciatore, introdotta ormai due anni or sono, ad allungare l’elenco ci pensa Virtual Pro, sezione all’interno della quale si può ugualmente creare un atleta personalizzato, che tuttavia sarà sfruttabile in qualunque altra modalità offline, così come all’interno del Pro Club e dei match classificati online.
Tra le varie feature presenti spicca inoltre il notevole ampliamento della Live Season, ora portato a un livello ancor più completo e stimolante. Oltre alla possibilità di seguire l’evoluzione dei club appartenenti ai campionati selezionati come nella scorsa edizione, giocando quindi con statistiche aggiornate settimanalmente, si ha ora l’occasione di ripercorrere, nei minimi dettagli, il cammino stagionale di una squadra attraverso ciò che EA Sports ha definito il “La Mia Live Season”.