FIFA 11
Indietro di un anno.
Se siete appassionati di calcio, sarete sicuramente al corrente dell'ormai infinita sfida che si rinnova, anno dopo anno, tra FIFA e PES per la conquista dello scettro di miglior titolo calcistico. Il primo round, relativo alle edizioni console, è stato vinto da EA Sports ma, come ben saprete, la battaglia non si gioca su un solo campo. Su PC la situazione è infatti molto diversa e questo alla luce delle ben note difficoltà che EA ha finora dimostrato nel far sì che il proprio capolavoro calcistico si confermi non solo su console.
Missione riuscita? Sì ma solo in parte perché purtroppo, per l'ennesima stagione consecutiva, gli appassionati di calcio videoludico fedeli al PC dovranno accontentarsi e rassegnarsi di fronte all'indiscutibile superiorità delle edizioni per console. Ma andiamo con ordine...
A un primo impatto, chiunque abbia avuto modo di giocare a FIFA 10 su PS3 o X360 percepirà un forte senso di déjà vu, poiché il gameplay è essenzialmente quello delle suddette edizioni; se foste invece fra coloro che hanno sempre seguito il franchise su PC rimarrete senz'altro sorpresi dalla mole di novità introdotte. Oltre a una fisica del pallone nettamente più accurata e realistica rispetto al precedente capitolo della serie, FIFA 11 introduce infatti il controllo dei giocatori a 360°, garantendo quindi la massima libertà di movimento e dribbling in ogni situazione.
Avendo abbandonato i cari vecchi binari, il titolo permette la costruzione di azioni estremamente articolate in cui i propri calciatori sono in grado di sfruttare ogni centimetro del campo nella maniera più efficace e produttiva possibile.
A beneficiare del nuovo sistema di movimento a 360°, e del nuovo engine di cui parleremo più avanti, sono ovviamente anche i contrasti, ora molto più dinamici e "fisici" rispetto allo scorso anno. A differenza di quanto visto in FIFA 10, la conquista o l'eventuale perdita del pallone dipende dal posizionamento dei due calciatori e dalla loro fisicità, un elemento questo che ricopre un ruolo molto importante tanto in difesa quanto in attacco, favorendo, forse in maniera fin troppo eccessiva, gli atleti più potenti.
Rubare palla agli avversari, così come proteggerla, richiede quindi una maggiore abilità nel posizionamento dei propri uomini ma, come detto, a volte potrebbe anche non bastare. Utilizzando giocatori come Messi, tenere palla durante un confronto spalla a spalla risulta infatti estremamente complesso, e questo nonostante il folletto argentino goda di un'agilità e una velocità superiori rispetto a gran parte dei calciatori presenti in-game.
Tutto questo si traduce nella necessità, a tratti impellente, di far girare palla continuamente invece di tentare di tenerla per affrontare le difese avversarie con azioni solitarie (cosa tra l'altro non difficile vista la precisione dei passaggi e la conseguente semplicità nel bucare le difese avversarie con rapidi scambi di prima); sebbene questo contribuisca ad accrescere il realismo dell'esperienza, è comunque innegabile che tale caratteristica possa talvolta rivelarsi alquanto frustrante.
Il livello di realismo raggiunto dalle edizioni per console grazie al Pro Passing e al Personality+ è almeno per quest'anno solo un miraggio, ma ciò non toglie che, anche grazie alla possibilità di personalizzare i calci piazzati, l'esperienza sia comunque sufficientemente valida per assicurare a qualsiasi amante della categoria un'esperienza di prim'ordine.