Fight Night Champion
Ancora un altro round!
Terzo titolo tra quelli visti durante l'evento EA di Londra, Fight Night Champion è anche quello più prossimo all'uscita. C'è ancora un po' di tempo per dare un giudizio definitivo a questo ennesimo, potenziale capolavoro pugilistico e il penultimo passo verso la recensione è rappresentato proprio da questa prova sul campo... pardon, sul ring.
Rispetto al test effettuato qualche mese fa mi sono ritrovato davanti a una versione praticamente completa del gioco che troveremo nei negozi all'inizio di marzo. Se dovessi dirvi il primo aggettivo che mi è balenato in mente quando mi sono seduto di fronte allo schermo, questo sarebbe sicuramente "incredibile".
Non pensavo che EA potesse migliorare ulteriormente il comparto grafico di questa serie. Ancora oggi gli ultimi due capitoli di Fight Night sono spettacolari sotto il profilo estetico, ma Champion è andato ancora oltre... in più di un'occasione ho dovuto darmi un pizzicotto per poter credere di essere io al comando del pugile che mulinava diretti e ganci sullo schermo.
Volti, fasce muscolari, sudore, sangue, tessuti... tutti questi elementi, e molti altri, sono stati ricostruiti praticamente da zero rispetto ai capitoli precedenti. Un'impresa non da poco vista la quantità di lavoro che era già stata fatta in passato, ma la volontà degli sviluppatori era quella di staccarsi dai "vecchi" episodi e ricominciare da capo. Un reboot in pratica, come si evince anche dal titolo.
Dimenticatevi le animazioni un po' "nervose" dei precedenti capitoli. In Fight Night Champion sono state ricreate da zero con una tecnica di motion capture che fa sembrare tutte le altre dei tentativi pionieristici. Ogni fase dei combattimenti, da quelle di studio alle schermaglie "corpo a corpo", sono rese con una fluidità impressionante e anche le compenetrazioni tra i poligoni, specie nei clinch, sono ridotte al minimo.
Ogni singolo colpo ha effetti diversi sul corpo dell'avversario (o sul nostro) e il tutto è regolato da ferrei dettami fisici. L'impatto di un gancio, ad esempio, dipenderà dalla distanza da cui lo si tira, dalla posizione dei due pugili e da tanti altri fattori. Sul volto e sul corpo il tutto si tradurrà in danni fisici ancora più credibili, al limite del cruento.
L'unica cosa che nel corso del test mi è risultata poco chiara è il funzionamento delle soste agli angoli tra un round e l'altro. Ancora una volta è possibile far recuperare energia al proprio pugile e curarne, in parte, tagli e tumefazioni, ma le meccaniche di queste fasi erano piuttosto oscure. Vedremo nella versione finale ma il problema sarà quasi sicuramente del sottoscritto: quell'uppercut sul finale deve avermi spento il cervello...