Fight Night Round 4
L'arte della boxe nella sua essenza più vera.
Eravamo già stati positivamente "colpiti" (è proprio il caso di dirlo) dalla nostra intensa sessione di gioco presso lo stand EA all'E3 2009, ed è ora con estrema soddisfazione che ci accingiamo a valutare la nostra copia fiammante del gioco, giunta finalmente in redazione (da molto molto lontano). Parlo di soddisfazione poiché, alla prova dei fatti, Fight Night Round 4 ha praticamente confermato tutte le ottime impressioni avute in precedenza. Un titolo solido come un pugno di Iron Mike, che porta l'arte della boxe su vette mai raggiunte prima in ambito videoludico.
L'impatto iniziale, da un punto di vista prettamente estetico, non può che definirsi esaltante. I 60 fps, la fluidità dei movimenti dei lottatori in comunione con una strabiliante pulizia delle texture rendono l'intero comparto tecnico una delizia persino per le pupille più smaliziate. La padronanza con gli hardware di nuova generazione è pertanto evidente (date un'occhiata all'analisi di Digital Foundry per farvi un'idea), ma a ciò bisogna aggiungere la fondamentale esperienza acquisita con il precedente episodio. Ecco perché, ad onta della mera forza bruta, la valenza estetica del titolo esalta in pieno una cura per i dettagli non solo emotivamente coinvolgente (basti guardare le espressioni dei boxeurs a seguito di un gancio in pieno volto) ma anche chirurgicamente esatta e perciò inconfutabilmente credibile sotto ogni aspetto. Non c'è alcun effetto di ridondanza, tutto è come "dovrebbe essere", dalla fisica dei colpi al sudore che schizza via dal ring.
EA Sports non si è infatti accontentata di pompare steroidi digitali nel suo motore di gioco, bensì ha scelto di ricompilarlo al meglio delle proprie possibilità raggiungendo uno spessore visivo di pregevolissima fattura. Ciò significa una maggiore attenzione alla fisicità dei combattenti e agli effetti dei loro pugni sull'aversario, coinvolgendo al contempo l'intero set di movenze deputate all'attacco o alla difesa. Si può perciò colpire in pieno il nostro sfidante, così come mancarlo clamorosamente o beccarlo soltanto di striscio. In tutto questo, saranno chiamati in causa fattori altrettanto determinanti della semplice abilità acquisita dal giocatore.
Si potrà infatti contare su un roster di ben 48 atleti realmente esistiti (dal già citato Tyson all'intramontabile Alì, passando per Foreman, Frazier e Rocky Marciano) che coinvolgerà ovviamente anche altre categorie quali Pesi Medi, Pesi Piuma e compagnia. Ogni divisione avrà perciò i suoi storici campioni, e sarà in base alle particolari doti fisiche e tattiche di ogni combattente che ciascun match potrà risultare differente dall'altro. Già dall'edtior del personaggio, vediamo la presenza di opzioni di personalizzazione in merito al peso, alla muscolatura, all'altezza e a tutta una sequela di dettagli che avranno valenza sia visiva che in termini di giocabilità. Volendo, sarà possibile riprodurre facilmente le nostre sembianze utilizzando la fotocamera e incollando l'immagine digitale del nostro viso su quello del personaggio scelto (anche se con risultati modesti, a dirla tutta...)
Se vestire i panni di un vero campione risulta essere senza dubbio stimolante, il fatto di poter creare un pugile ex novo tenendo a mente le caratteristiche più consone al nostro modo di giocare è stato una gradevolissima sorpresa. Non stiamo ovviamente parlando della feature in se stessa, ma del modo in cui è stata finemente implementata. I giocatori che intendono puntare tutto sulla resistenza e sulla muscolatura potranno allenarsi e imparare le tecniche migliori, rinunciando però alle agevolazioni in termini di agilità e velocità d'esecuzione. Ognuno potrà così giocare a seconda delle proprie esigenze, usufruendo di una calibratura millimetrica e pagando a proprie spese gli errori di valutazione commessi sul ring. La necessità di dover trovare un compromesso adeguato che ci consenta di affrontare ogni incontro nel migliore dei modi è stata una delle sfide più intriganti offerte dal gioco.