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Final Fantasy IV

Uno dei capitoli più importanti dell'intera saga.

La serie di Final Fantasy è tra le più popolari non solo nel suo genere di riferimento ma, più diffusamente, nell’immaginario collettivo di tutti gli appassionati di videogiochi. In oltre due decenni sono state narrate molte storie, connesse a tanti personaggi anche molto diversi tra loro. Nata alla fine degli anni ’80, quasi in sordina (i primi episodi non arrivarono nemmeno in occidente), questa saga è stata capace di ergersi ad assoluto punto di riferimento per i JRPG in particolare con il settimo capitolo, apparso sulla prima PlayStation ormai più di dieci anni fa.

Con questo remake per DS del quarto episodio ci vengono riproposte le avventure di Cecil, il prode comandante delle Ali Rosse di Baron, accompagnato nelle sue avventure dall’ufficiale Cain, dall’affascinante Rosa (della quale il protagonista è innamorato) e ancora da Rydia, la bambina invocatrice in grado di richiamare le leggendarie e bizzarre creature conosciute come Eidolon.

Come molti di voi sapranno il personaggio principale si troverà improvvisamente sollevato dal suo incarico, in seguito alle perplessità espresse nei confronti di Re Baron e dei discutibili ordini che vengono imposti durante la conquista di nuovi territori e la sottomissione degli sconfitti, spesso sterminati senza alcuna pietà. Inizierà quindi un viaggio di isolamento per Cecil, verso il lontano villaggio di Mist, con un misterioso anello da dover consegnare ai suoi abitanti.

Dal punto di vista estetico questo remake va di pari passo con la riproposizione di Final Fantasy III, sempre sulla console portatile di Nintendo, risalente al 2007. Sia per quanto riguarda i menù di gioco, ma anche facendo attenzione alla struttura poligonale dei personaggi o osservando la palette di colori e la qualità delle texture, ogni aspetto di carattere tecnico ci suggerisce come sia stato svolto il medesimo lavoro da parte degli sviluppatori di Matrix Software. Peraltro, sebbene entrambi i titoli riescano a sfruttare al meglio le proprie risorse, questo quarto capitolo appare comunque in una veste migliorata e ancora più convincente.

Matrix ha lavorato per eliminare i tempi di caricamento che costituiscono uno dei maggiori difetti di Final Fantasy III

Una discriminante piuttosto rilevante è rappresentata dal plot narrativo, che si sviluppa attraverso un regno dalle sembianze medievali. Nella prima parte della storia emergono tutta una serie di valori e tematiche che sono solitamente insite negli RPG di stampo giapponese e danno la dimensione di come questo capitolo abbia aperto la strada per le future sperimentazioni e i grandi successi dell’intera saga. Temi come la lealtà, il potere e la responsabilità vengono trattati con una certa maturità se si pensa al contesto in cui ci dobbiamo andare a collocare, un’epoca in cui il medium era ancora alquanto acerbo.

Anche il livello di difficoltà è stato mantenuto inalterato per rispettare quelli che sono i principi alla base dei giochi di ruolo vecchio stampo: la necessità di potenziare i personaggi è quanto mai vitale se si desidera procedere agevolmente verso missioni più impegnative. Per riuscire nell’impresa sarà quindi richiesta una buona dose di pazienza nel miglioramento delle abilità e nell’utilizzazione degli oggetti dei quali si è in possesso. Quando venne commercializzata, nell’ormai lontano 1991, la versione giapponese fu considerata talmente ostica da indurre Square a creare un adattamento più semplice indirizzato al mercato americano. In questo revival portatile non vengono fatti sconti e il grado di difficoltà è stato mantenuto agli standard originari. Il sistema di combattimento è come sempre quello a turni, con i consueti indicatori dei punti vita e dei punti magici, una barra di caricamento per ognuno dei personaggi presenti in campo che dovrà riempirsi prima di poter passare al turno successivo e annesse tattiche di schieramento