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Fist of the North Star: Ken's Rage

La scuola di Hokuto affronta la sfida più difficile.

Uccidendo nemici e boss, e raccogliendo specifici oggetti nascosti in alcune delle casse disseminate lungo gli scenari, avrete infatti l'opportunità di mettere le mani su dei Punti Abilità che potrete poi spendere per acquisire nuove abilità passive, tecniche speciali o, più semplicemente, per migliorare le statistiche del vostro alter ego corrente.

Ogni personaggio gode ovviamente di una propria Mappa dei Meridiani con oltre 50 sfere sbloccabili (ognuna delle quali avrà chiaramente un costo proporzionato alla sua utilità), e questo significa che per completarne anche una sola dovrete essere pronti a investire una discreta quantità del vostro tempo libero.

Sebbene questo sistema possa apparire, almeno all'inizio, un po' scoraggiante, è giusto sottolineare come gli eventuali sforzi profusi si traducano sempre in ricompense più che adeguate.

Dopo aver speso anche solo una cinquantina di punti abilità, comincerete infatti a percepire i primi cambiamenti, ma più passerà il tempo e più l'esperienza si farà interessante; approfondendo le abilità nascoste di un qualsiasi personaggio vi guadagnerete l'accesso a tecniche tanto efficaci quanto spettacolari, il cui utilizzo sul campo di battaglia accrescerà notevolmente il vostro entusiasmo e la vostra voglia di scoprire, fino all'ultima sfera, tutte le Mappe dei Meridiani presenti.

Dal punto di vista tecnico, infine, il titolo mostra un realizzazione audio-video davvero altalenante. La direzione artistica, specie nei filmati e durante l'utilizzo delle tecniche più spettacolari, è davvero ottima, ma lo stesso non può essere detto per gli scenari, tutti davvero spogli e piatti, oltre che privi di grande interazione con gli elementi di contorno. I modelli poligonali sono invece di discreta fattura e lo stesso dicesi per le animazioni che, seppur non sempre fluide, sono stilisticamente in linea con quelle della controparte televisiva.

Una volta prossimi all'eliminazione di un nemico, l'utilizzo di una tecnica speciale farà apparire la stella della morte.
I nemici uccisi rilasciano punti Karma, che contribuiscono al numero di Punti Abilità recuperabili al termine di uno scenario.

Per quanto riguarda il comparto audio, il titolo evidenzia una realizzazione di discreta fattura. Tralasciando i buoni effetti sonori, determinanti per accrescere l'intensità dell'atmosfera, il gioco è minato da un doppiaggio in Inglese a tratti discutibile (sentirete pronunciare frasi "You are already dead" fino alla nausea), e da una colonna sonora neanche lontanamente paragonabile a quella inarrivabile della serie televisiva. Volete un consiglio? Rispolverate la colonna sonora originale e mettetela come sottofondo durante le vostre sessioni di gioco: non ve ne pentirete, avete la mia parola!

Concludendo, ciò che abbiamo di fronte è un titolo fondamentalmente mediocre, la cui ripetitività di fondo, unita a un gameplay macchinoso e limitato, si tradurrà in un'esperienza noiosa e a tratti anche frustrante per chiunque non nutra un vero e forte amore per la serie.

Visto come un semplice picchiaduro a scorrimento, Fist of the North Star è infatti solo l'ennesimo discreto titolo, realizzato da una software house che sembra ormai aver esaurito le idee, ma ciò non toglie che guardandolo con gli occhi di un appassionato non lo si può non considerare come la più ricca e completa opera digitale mai dedicata all'intramontabile mito di Ken Il Guerriero. E questo nonostante i suoi evidenti difetti e un concept di gioco ormai datato.

La precisione con cui narrazione e combattimenti sono stati trasposti è infatti encomiabile e, alla luce delle possibilità offerte sia in quanto a modalità che a personaggi giocabili, non c'è davvero alcun motivo per cui un vero fan del brand dovrebbe perdersi l'occasione di rivivere, finalmente in maniera attiva, la straordinaria epopea post-bellica partorita dalla geniale mente di Tetsuo Hara.

In definitiva, se non siete fan della serie, il mio consiglio è quindi quello di orientarvi altrove, ma se così non fosse... beh, sappiate che pur non trovandovi di fronte ad un capolavoro, il titolo saprà senz'altro regalarvi qualche emozione che vale la pena di vivere.

6 / 10
Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.

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