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Geoffroy Sardin

Ubisoft tra presente e futuro.

Tra i due litiganti più famosi del settore, ovvero Activision Blizzard ed Electronic Arts, spesso si insinua un terzo incomodo che se la gode.

Stiamo parlando di Ubisoft, il colosso transalpino che anno dopo anno, senza dare troppo nell’occhio, è salito piano piano nelle graduatorie mondiali fino a diventare il terzo publisher più importante al mondo.

Merito indubbiamente dei brand che ha saputo creare ma anche delle intelligenti strategie di vendita e di marketing che spesso sono riuscite a ottenere il massimo dei risultati col minimo sforzo, laddove Kotick e Riccitiello hanno preferito ricorrere alla forza bruta dei dollari.

È stata questa la ragione per cui, quando mi è stata proposta, ho accettato molto volentieri l’intervista a Geoffroy Sardin, colui che è a capo del marketing e delle vendite europee della casa di Assassin’s Creed.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare si tratta di una persona piuttosto giovane per il ruolo che ricopre (solo 42 anni), molto alla mano e capace anche di sfoggiare un invidiabile Italiano, al punto che l’intera intervista è stata registrata direttamente nella nostra lingua.

Un primo piano di Geoffroy Sardin, chief marketing and sales officer di Ubisoft.

Eurogamer: Il suo biglietto da visita è indubbiamente importante, ma dovendo spiegare ai lettori di Eurogamer in cosa consiste il suo incarico, come lo riassumerebbe?

Geoffroy Sardin: Mi occupo delle strategie di marketing e delle vendite per tutta l’Europa di Ubisoft, Italia inclusa. Un mercato, il vostro, che posso dire di conoscere molto bene e del quale mi fa piacere parlare con lei dal punto di vista strategico.

Eurogamer: Bene, perché è proprio di strategie che volevo parlare! Ubisoft è un marchio che si è sempre fatto apprezzare per la volontà di creare nuove IP, eppure in questo momento la sensazione è che stia attraversando un periodo di difficoltà. Splinter Cell: Conviction ha dato risultati che si collocano forse nella fascia bassa delle vostre aspettative, e lo stesso dicasi per l’ultimo Prince of Persia, cinema incluso. Attualmente, quindi, vi poggiate principalmente su due licenze quali Just Dance e Assassin’s Creed, che però state serializzando, coi rischi che ne conseguono. Possiamo attenderci nuove IP a breve o preferite aspettare la prossima generazione di console?

Geoffroy Sardin: Ubisoft non è un’azienda che produce IP solamente per i core gamer ma che si rivolge a tutti i consumatori. Di conseguenza, abbiamo prodotti rivolti a tutte le fasce di utenti.

Il discorso che fa relativamente a Splinter Cell e Prince of Persia è corretto, ma stiamo già pensando a riproporre questi marchi sulle prossime console. Ciò significa che continueremo a supportarli e che non li abbandoneremo.

"Per sviluppare un gioco di un certo livello ci vogliono almeno due anni. Noi abbiamo già un piano che copre il prossimo decennio."

Detto questo, la nostra strategia è di lanciare ogni due anni una nuova IP, o di rilanciarne una. Credo che il migliore esempio sia Farcry 3: per noi è una nuova storia ed è come se si trattasse di una nuova licenza. Splinter Cell poi è tutt’altro che finito, ci saranno novità in futuro!

Eurogamer: Mi risulta infatti che stiate già lavorando al prossimo capitolo nella vostra sede di Toronto…

Geoffroy Sardin: Beh, questo è ancora da vedersi, non lo abbiamo annunciato!

Eurogamer: FarCry è il terzo capitolo di una serie nata nel 2004, mentre il prossimo Splinter Cell sarà il sesto episodio. Licenze del tutto inedite, invece, ne vedremo? E soprattutto, saranno rivolte ancora ai core gamer?

Geoffroy Sardin: Guardi, per sviluppare un gioco di un certo livello ci vogliono almeno due anni. Noi abbiamo già un piano che copre il prossimo decennio, quindi mi sento di rassicurarla che prossimamente presenteremo nuove IP.

Voglio però aggiungere che per noi riproporre un nuovo Rayman o un nuovo FarCry è come lanciare un titolo inedito. Prendiamo quest'ultima serie, ad esempio: il primo capitolo venne lanciato nel 2004 e per buona parte dei giocatori si tratterà di un'esperienza originale.

Questo per dire che la nostra strategia non è di lanciare solo nuovi marchi ma anche nuovi contenuti per quelli già esistenti.