Homefront
Un nuovo sfidante sale sul ring degli FPS.
Passando al gameplay vi anticipo subito quello che molti avevano già intuito, ovvero che non ci troviamo di fronte a un titolo capace di innovare il genere sotto il punto di vista dell'intelligenza artificiale nemica che determina lo svolgersi delle sparatorie.
Non è il classico sparatutto a corridoio: l'azione si svolge molto spesso all'aperto con la collaborazione di alcuni partigiani controllati dalla CPU (che tutto sommato non si muovono male, anche se ci lasciano fare il 90% del lavoro), ma non è nemmeno un Crysis sotto mentite spoglie dove ci si può avvicinare all'obbiettivo in una mezza dozzina di modi diversi.
Diciamo che per ogni situazione ci sono almeno un paio di modi per affrontarla, che portano a un comportamento leggermente diverso da parte degli avversari. I filmati che potete vedere qui in giro sono un buon esempio delle tre tipologie del gameplay offerto dal singleplayer di Homefront: gli agguati a pattuglie nemiche colte allo scoperto, le imboscate della fanteria nemica o i classici movimenti di elusione delle torrette di sorveglianza, saranno il vostro pane quotidiano.
Oltre alla fanteria (non molto varia a dire il vero) che il gioco ci lancia contro, occasionalmente fanno la loro comparsa blindati di vario genere o lanciarazzi posizionati nei punti nevralgici della mappa ed eliminabili tramite l'utilizzo di un blindato radiocomandato (i primi) o di un buon fucile da cecchino (i secondi).
Il gameplay delle versioni console è abbastanza impegnativo già al livello normale mentre la versione PC si può tranquillamente affrontare a livello hard utilizzando mouse e tastiera. In genere, la difficoltà nell'affrontare le sparatorie è caratterizzata dal numero degli avversari che il gioco ci manda contro: nessun segno di un qualsiasi genere di autonomia organizzativa, ma solo buoni script d'attacco (pochi ma buoni) e difesa (molti di più) che, come per ogni sparatutto che si rispetti, compongono il 90% del tempo trascorso in partita.
Peccato per il respawn abbastanza evidente dei nemici in alcune situazioni in cui gli sviluppatori avevano la necessità di riempire costantemente ampie zone dello scenario; in questi casi è evidente il bisogno di disporre di orde di nemici che vi tengano impegnati fino al verificarsi di una determinata situazione che, in genere, corrisponde al raggiungimento di una certa posizione nella mappa.
Nulla di fastidioso, intendiamoci, ma giocare una sparatoria di ottima qualità per poi scoprire il punto d'accesso di un trenino di coreani (e cecchinarli fino a che non si finiscono le munizioni) è una piccola caduta di stile che avremmo preferito evitare.
Una volta esaurito il singleplayer, dovrete per forza passare al multiplayer: vista l'esperienza pregressa era stato chiaro fin dal lancio dei trailer ufficiali che Homefront avrebbe ripercorso le orme del suo predecessore, Frontlines: Fuel of War, pur partendo da presupposti diversi.
Cambia quindi la modalità di gioco proposta: dalla linea di punti di controllo che si spostano avanti e indietro a seconda dell'andamento del match, si torna alla più tradizionale modalità Domination caratterizzata da tre obbiettivi da conquistare e tenere il più a lungo possibile per accumulare il punteggio necessario a portare a casa il round.