Ivy the Kiwi?
C’è vita dopo Sonic?
La semplicità è un concetto che nell'odierno panorama dei videogiochi è stato un po' smarrito. Quasi tutte le compagnie che ne producono tentano di offrire ai giocatori esperienze sempre più complesse e variegate, spesso dimenticando che il divertimento deve rimanere al centro di tutto. Tra i pochi game designer che non hanno mai voluto allontanarsi troppo dal concetto di semplicità troviamo sicuramente il grande Yuji Naka.
Il creatore di Sonic ha sempre evitato i clamori della cronaca, preferendo alle luci della ribalta quelle che illuminavano le sue idee. Dopo aver dato vita a una delle mascotte più famose della storia e aver prodotto alcuni dei più grandi successi della storia di SEGA, da Nights a Phantasy Star Online, Yuji ha cercato nuovi stimoli fondando la sua prima compagnia, PROPE, che nasce nel 2006.
In questi ultimi 4 (quasi 5) anni il buon Naka ha realizzato due giochi piuttosto originali, Let's Tap e Let's Catch, che però non hanno ottenuto un gran successo di pubblico e critica. Forse un po' deluso, il nostro amico ha quindi deciso di ritornare al suo primo amore, gli action-platform colorati e pieni di personaggi che i giapponesi definirebbero"kawai", carini.
Ed eccoci quindi qui a commentare Ivy the Kiwi, che nel titolo riporta un punto interrogativo piuttosto misterioso. Yuji non era sicuro che il protagonista fosse davvero un kiwi o magari il finale del gioco nasconde una sorpresa incredibile? Mistero, ma non divaghiamo troppo.
Ivy the Kiwi è un platform molto, molto particolare e anni luce distante da Sonic e soci. Per prima cosa il protagonista non è un porcospino blu che passa la sua vita a correre e recuperare smeraldi luccicanti. Il ruolo di star della scena è ad appannaggio di un kiwi, che oltre a essere un frutto estremamente nutriente è anche uno strano uccello neozelandese, una specie di "pera pelosa" senza ali e con un becco lunghissimo. Non potendo volare anche lui se la cava bene con la corsa, ma raramente va in cerca di pietre preziose.
Ok, dopo essermi tirato addosso le ire degli animalisti passo a descrivervi il gameplay di questo titolo, che essendo stato inventato da Yuji Naka non può che essere molto particolare. Il kiwi del gioco è un cucciolo e lo si deduce dal fatto che è ancora parzialmente avvolto nel suo guscio. Cosa può cercare disperatamente un uccellino implume nato da così poco tempo? Ovviamente la madre e indovinate un po' a chi spetta il compito di aiutarlo?
Come dicevo prima i kiwi non sanno volare, quindi per aiutare Ivy nella sua impresa dovremo darci da fare in altro modo, ovvero creando per lui dei passaggi tramite delle liane, che manipolate a dovere col Wiimote possono formare, a seconda della situazione, rampe, appigli e passaggi dove poter passare.
Per certi versi il gameplay di Ivy the Kiwi mi ha ricordato quello di Yoshi Touch & Go per DS, nel quale bisognava creare dei corridoi fatti di nuvole sui quali far passare il celebre draghetto Nintendo. Anche in questo caso il da farsi è chiaro fin dall'inizio e non cambia molto nel corso dell'avventura, ma a variare è il ritmo dei livelli e la velocità richiesta per portare a termine le operazioni di salvataggio.
Proprio come il suo amico Sonic, Ivy ama correre, fortunatamente a velocità più bassa. In ogni livello il nostro peloso amico si muove costantemente da sinistra a destra, almeno finché non incontra un muro o una rampa che lo costringono a tornare indietro. Essendo piccolo non si rende minimamente conto dei pericoli che gli si parano davanti, rappresentati non solo da ostacoli fisici ma anche da una serie di "creaturine" non proprio amichevoli, prime fra tutti dei corvi e dei ratti che non hanno nulla di meglio da fare che attaccare il povero kiwi durante il suo incessante cammino.
Per farlo andare dove volete voi dovete puntare il Wiimote verso lo schermo, premere il tasto A e creare dal nulla delle liane, che possono essere allungate (ma non troppo o si rischia la rottura) e piazzate un po' ovunque per un massimo di tre contemporaneamente. Rilasciando il pulsante si aggancia la liana al punto desiderato che preferibilmente dovrebbe corrispondere con il percorso di Ivy.