Kane & Lynch 2: Dog Days
Attenti a quei due.
Il primo Kane & Lynch non si è certo dimostrato una pietra miliare del panorama action, e proprio per questo motivo confesso di essermi avvicinato al suo diretto successore con parecchi dubbi. “Saranno riusciti a farlo più credibile del primo? Gli scontri a fuoco sapranno entusiasmarmi più di quanto abbiano fatto quelli del precedente capitolo?”
Queste sono più o meno le domande che mi frullavano in testa mentre guidavo verso la redazione, ma non appena ho acceso la console, preso in mano il joypad e acquisito il pieno possesso di Lynch, i dubbi e le perplessità sono svaniti in un attimo. Non mi sono di certo trovato di fronte ad un titolo capace di ridefinire gli standard della categoria a cui appartiene, ma quello che avevo tra le mani si è rivelato, senza ombra di dubbio, un prodotto validissimo, di gran lunga superiore al suo predecessore.
Partiamo col dire subito una cosa: il primo impatto con la realtà di gioco è davvero destabilizzante. Il titolo evidenzia infatti una direzione artistica molto particolare, per non dire insolita, in cui l’inquadratura mobile, ispirata alle opere del grande regista Michael Mann, ha il chiaro compito di replicare l’effetto di una vera telecamera fissa sui protagonisti. Qualsiasi azione, anche la più piccola o insignificante, provoca infatti bruschi movimenti dell’inquadratura che a tratti risultano anche un po’ disturbanti. In poche parole, l’impressione è quella di trovarsi di fronte ad un video amatoriale incentrato sulla malavita.
Com’è facile intuire questo vuol dire che chiunque soffra di motion sickness andrà incontro a qualche ora di pura sofferenza, ma che anche eventuali videogiocatori “liberi” da questo sgradevole disturbo, potrebbero incorrere in qualche piccolo fastidio.
Il tutto è poi impreziosito da un particolare filtro grafico volto a replicare la qualità video e lo stile di una registrazione di amatoriale (con qualche pixellatura di troppo nelle fasi più caotiche ed una messa a fuoco non sempre ottimale), che pur accrescendo notevolmente il fascino, il realismo e la credibilità dell’esperienza, si traduce in un impatto visivo alquanto discutibile. Artisticamente parlando la realizzazione è infatti splendida, ma ciò non toglie che alcuni giocatori, specie quelli più attenti alla pulizia e alla definizione delle immagini, potrebbero non approvare la scelta adottata dagli sviluppatori.
Al di là del suo grande realismo, il titolo si distingue però per le fasi di combattimento. L’azione, fatta di sparatorie a non finire, è frenetica e incalzante (anche grazie a situazioni scriptate volte ad accrescere l’intensità dell’atmosfera), garantendo quindi grandi soddisfazioni e tanta adrenalina a qualsiasi amante della categoria.
In una particolare sequenza, Kane e Lynch si sono ad esempio ritrovati a dover proteggere il loro capo lungo lungo l’autostrada dopo un agguato, e le sparatorie a cui sono stati chiamati a prendere parte, sono state caratterizzate dall’arrivo di numerosi nemici, alcuni dei quali a bordo di moto, e di un camion che ha causato ulteriore caos in un ambientazione già di per sé tutt’altro che tranquilla.
In frangenti come questi, visto il grandissimo numero dei nemici da fronteggiare contemporaneamente, l’uso delle coperture si è rivelato fondamentale, così come l’utilizzo dei nemici come scudi umani (azione eseguibile con la semplice pressione di un tasto).
A questo si aggiunge poi una gradevole innovazione sul fronte del gameplay; ogni qualvolta il proprio alterego subisce molti danni ed è prossimo alla morte, cade a terrà, avendo così la possibilità di strisciare verso una copertura o, nel migliore dei casi, di uccidere eventuali nemici nelle vicinanze (favorendo così l’avanzata dei compagni e il loro fuoco di copertura, fondamentale per guadagnare terreno).