Knights Contract
Tremate, tremate, le streghe son tornate!
C'era una volta la versione truzzo-nipponica della Germania medievale (pensate a un discutibilissimo mix tra il leggendario Berserk e l'orrido Quantum Theory di Tecmo, e avrete una vaga idea di cosa aspettarvi). In quel contesto non propriamente idilliaco, un luogo dove i colori non esistevano e la solita palette cromatica grigio-marrone dominava su ogni cosa, vivevano Heinrich, indomito inquisitore dai muscoli d'acciaio, e Gretchen, fanciulla martirizzata in quanto sospettata (peraltro a buon diritto!) di essere una strega. Due personaggi diversi e in netto contrasto tra loro, legati da un imprevedibile destino comune e uniti nella lotta contro un'oscura forza demoniaca.
Nulla da dire, la trama di Knights Contract difficilmente passerà alla storia per essere ricordata negli anni a venire (a dispetto di pretese anche insospettabilmente "alte", contando che il gioco trae manifesta ispirazione dal Faust, racconto popolare della cultura germanica), ma tant'è.
Siamo infatti di fronte all'ennesimo action in terza persona votato all'impietoso massacro di fantocci virtuali, eppure nonostante la direzione artistica spaventosamente generica e povera di spunti originali non sembra mancare qualche spunto interessante a livello di gameplay. La particolarità più evidente riguarda la presenza di due protagonisti, con le inevitabili implicazioni cooperative annesse e connesse. Toccherà allora a voi vestire i nerboruti panni di Heinrich, uccidendo e squartando gli omuncoli alchemici del malvagio Dottor Faust e proteggendo la bella Gretchen (costantemente controllata dalla CPU) dalle grinfie di creature infernali.
L'enfasi sul concetto di protezione del personaggio più debole è stata ad ogni modo portata a un livello superiore in Knights Contract: Heinrich risulterà infatti completamente invincibile e addirittura immortale, e soltanto la morte della strega misteriosamente riportata in vita vi potrà condurre al fatidico game over. Una soluzione piuttosto originale e anche indubbiamente estrema, intrigante sulla carta ma tutta da verificare pad alla mano (perché il bilanciamento dovrà essere perfetto, onde evitare di ridurre l'esperienza a un estenuante babysitteraggio allo stato brado).