L.A. Noire: i documenti di Team Bondi - parte 2
Le ultime testimonanze dei dipendenti.
Giunti infine alla conclusione di questa tristissima storia, vale la pena concludere cercando di capire cos’abbia spinto gli ex impiegati di Team Bondi a condividere la loro storia col resto del mondo.
Testimoniare per informare
Ovviamente la voglia di vendicarsi e di gettare fango sui propri ex capi ha giocato un ruolo fondamentale nella decisione di uscire allo scoperto, chi non vorrebbe farlo? Ma al di là del piacere della rivalsa, un altro fattore molto importante è stato il voler mettere in guardia gli altri dal commettere gli stessi errori.
Una delle fonti che faceva parte del settore artistico e che non ha alcuna intenzione di lavorare nuovamente nell’industria videoludica, è stata motivata dalla scarsa considerazione che il Team Bondi nutriva nei confronti del personale, sopratutto quelli della sua area d’interesse. “Una volta che ‘lo fanno tutti quindi va bene’ diventa la regola, la situazione cambia e ogni cosa diventa molto meno affascinante di quanto si possa pensare. Questo tipo di comportamento è il loro modello di business: assumere per due soldi personale con poca esperienza e farlo lavorare fino allo sfinimento, era una scelta voluta. E quando se ne andavano, dovevano semplicemente rimpiazzarli. Non c’era alcun interesse nello sviluppare e conservare il talento e questo è uno dei più grandi errori che si possono commettere. Uno studio non è niente più che una sala piena di computer, è il talento che fa la differenza”.
Un altro degli artisti ha aggiunto: “Se le persone imparano dall’esperienza degli altri, allora possiamo aumentare il nostro potere, tutti assieme. Se la gente, dopo aver letto l’articolo, vorrà ancora far parte di questo settore, almeno ci arriverà informata e pronta. Non come molti dei miei ex colleghi, che sono stati soltanto sfruttati. Ho voluto contribuire a tutto questo per attuare un cambiamento, un cambiamento che purtroppo arriva tristemente in ritardo”
“Non sopporto l’idea che possa passare come un successo di Brendan.”
Fonte anonima
Molti di quelli che hanno contribuito a questo articolo hanno sperato che L.A. Noire ottenesse dei buoni risultati di vendita, anche solo per il bene dell’industria videoludica australiana. Tuttavia, i testimoni sono ben consapevoli che il successo avrebbe dato lustro anche al gruppo dirigente del Team Bondi, che si sarebbe attribuito gran parte dei meriti. “Purtroppo è un’arma a doppio taglio”, ha commentato una delle fonti anonime. “Maggiore è il successo di L.A. Noire, maggiori sono le possibilità che Brendan McNamara e la sua gang di manager teppisti possano lavorare a un altro progetto, facendo ricominciare il circolo vizioso. Spero che la mia testimonianza contro il suo modo di trattare i dipendenti cambi qualcosa nel futuro. Ma ne dubito fortemente, spero soprattutto che serva a mettere in guardia altri sviluppatori e studenti, affinché stiano lontani da quest’azienda”.
"Non sopporto l’idea che possa passare come un successo di Brendan", ha riferito un altro testimone. “So che se il gioco si rivelerà buono, il merito sarà attribuito al talento di Brendan, mentre se fallisce verrà tirata in ballo l’incompetenza di qualcun altro”. Un programmatore dedicato al gameplay ha dichiarato: “Molto probabilmente, L.A. Noire uscirà e otterrà come minimo una buona performance di vendita. Questo porterà Brendan, gli altri manager, e forse la stessa Rockstar, a pensare che il loro sia metodo valido, e che porta ottimi risultati.
Ma la verità è che lo stesso risultato può essere ottenuto in maniera ancora più efficiente e senza causare dolori o frustrazioni. Ovviamente, anche tutta l’industry trarrebbe beneficio dal ridursi degli attriti sul luogo di lavoro. Non fraintendetemi però, non sono così ingenuo da pensare che qualcuno nel Team Bondi imparerà la lezione. Non ci penseranno nemmeno ma è importante che qualcuno fornisca un’altra versione della storia".
"Questa è semplicemente una questione di verità”, ha affermato l’ennesimo testimone. “Il Team Bondi può diventare un ottimo acquisto per l’industria videoludica globale, ma credo che si siano macchiati la reputazione a causa del tempo che ci mettono a finire un gioco, che è imbarazzante. Inoltre, il modo in cui agiscono e gestiscono il team è inaccettabile. Si approfittano del talento e delle capacità di tutte le persone coinvolte nei loro progetti. Hanno cercato di cavare il sangue da una rapa, e forse questo loro comportamento potrebbe incoraggiare altri sviluppatori a trattare il proprio personale nella stessa maniera. Credo che questo sia il metodo sbagliato per raggiungere degli obiettivi. Puoi ottenere molto di più dai tuoi uomini coinvolgendoli maggiormente e trattandoli con rispetto".
"Perché così facendo ti guadagnerai la loro lealtà, senza essere costretto a incatenarli alla scrivania”.
Il materiale originale è stato curato da Andrew McMillen (@NiteShok). È un giornalista freelance di Brisbane, Australia.