L’uomo dietro a EA Partners
No De Martini, no (third) party.
Il mio lavoro consiste in due aree principali. La prima riguarda il mio team, il cui compito è andare in giro per il mondo a selezionare il migliori talenti disponibili. Siamo alla costante ricerca di nuove idee e nuovi giochi e che si tratti di un team italiano o di uno cinese, se ha qualcosa di interessante da proporre noi lo ascoltiamo.
La seconda parte del mio lavoro invece consiste nella gestione degli sviluppatori che già fanno parte della famiglia EAP, e nel metterli nelle condizioni ideali per fare sì che producano quei giochi che poi rendono felici i tuoi lettori e i consumatori in generale.
Quindi, riassumendo, il mio lavoro consiste nel trovare nuove idee e nel fare in modo che coloro che abbiamo sotto contratto ne producano sempre di migliori.
Quanto alla mia giornata lavorativa, la passo prevalentemente in riunione: metà del mio team è in Europa a Guilford, l’altra metà è a Redwood Shores in California, dove abito. Ogni anno compio non meno di 8 viaggi in Europa per incontrarmi di persona coi membri del team europeo.
Abbiamo un approccio al lavoro basato sulla squadra. Prima di sedermi al tavolo con John Riccitiello e Frank Gibeau per proporre loro un titolo, devo esserne convinto io per primo. Quello che accadrebbe nel caso del tuo esempio, allora, è che il team di Guilford prenderebbe un aereo e andrebbe in Italia a vedere il gioco.
Se il titolo passa questa prima selezione, me ne parlano e me lo illustrano. In tal caso non è da escludersi che io stesso prenda l’aereo per andare a parlare con gli sviluppatori, vedere come lavorano e conoscerli di persona.
Questo perché è vero che dobbiamo essere convinti del gioco che andremmo a produrre, ma alla fine è altrettanto importante trovarsi in sintonia con le persone con le quali ci si trova a lavorare. Non è solo software, sono anche relazioni personali.
Alla fine è come un matrimonio: ti incontri con delle persone e vuoi capire se quella relazione sia destinata a durare. Queste però sono cose che secondo me non si riescono a fare al telefono o in videoconferenza: voglio incontrare la gente di persona e capire se mi posso fidare.
È una domanda alla quale non ti so rispondere perché all’interno di EA non scomponiamo i dati secondo questa distinzione. Quello che ci interessa è la qualità, il risultato finale, non se lo sviluppatore sia interno o esterno.
Come dipendente ma anche come azionista di EA, il mio compito è ottenere i migliori risultati nell’interesse dell’azienda.
Non credo vi sia qualcuno che possa avvicinarsi alla nostra posizione e ai nostri risultati.