L’uomo dietro a EA Partners
No De Martini, no (third) party.
I soldi sono indubbiamente la variabile più importante; altre volte però è il controllo creativo o il sostegno che forniremo in sede di publishing; altre ancora lo è la nostra reputazione e ciò che rinomatamente siamo in grado di mettere sul piatto.
Molta gente pensa che nella mia posizione io dica “ok, questo è l’accordo, prendere o lasciare”, ma in realtà la chiave del successo è capire rapidamente quale sia il desiderio più importante della controparte e soddisfarlo.
Quindi, cos’è che vuole uno sviluppatore? Che siano i soldi all’inizio o le royalty successivamente, il controllo creativo subito o un nostro impegno nel lungo periodo, la possibilità di sviluppare dei sequel o di non doverne fare… l’importante è capire quali di queste variabili importano realmente allo sviluppatore.
Questo però è solo l’inizio, poi viene la parte più importante, cioè rispettare la parola data, perché non appena si disattendono le promesse fatte si rompe il legame che si è creato, il rapporto di fiducia. Noi non perdiamo molti dei nostri partner e questo è qualcosa del quale vado molto orgoglioso.
Sono cose che mi vedono sempre coinvolto, d’altronde siamo una piccola squadra di 40/45 persone. C’è ovviamente chi si occupa delle operazioni in Nord America piuttosto che in Europa, ma alla fine le decisioni dobbiamo prenderle assieme perché siamo un team esecutivo e verremo tutti giudicati in base al nostro rendimento.
Sì, sono stato io.
(sorride sornione) Non saprei davvero che risponderti: il fatto che ogni tanto mi si veda a pranzo con qualcuno non vuol dire necessariamente che stia cercando di portalo via a un concorrente. D’altronde, come che si dice? “Non c’è onore tra il ladri”, giusto?
Ecco, la nostra è un’industria molto piccola, quindi può accadere che io mi ritrovi a tavola con alcuni sviluppatori, ma magari è solo perché vogliamo mangiare qualcosa.
Questo per rispondere alla prima parte della tua domanda. Quanto alla seconda, ovvero quale sviluppatore secondo me gli altri vorrebbero portarci via… beh, è come chiedere a un padre quale sia il figlio che ama di più, non credi?
Con questa frase si è conclusa un’intervista che spero sia stata interessante per voi da leggere così come lo è stata per ma da scrivere. Molto spesso, infatti, ci limitiamo a guardare a un gioco come a un prodotto finito, dimenticando che dietro al logo del publisher stampato sulla confezione c’è tutto un mondo che ci sfugge, importante nel definire gli equilibri del nostro settore.
David De Martini è V.P. e Global General Manager di EA Partners..