Lara Croft and the Guardian of Light
Un cambio di prospettiva…
“Ci ha dato l’opportunità di mettere Lara all’interno di un modo diverso di concepire lo spazio intorno a lei. La gente ha giocato con Lara da “sola” per 15 anni: è venuto il momento di provare qualcos’altro.”
Lara, nonostante la diversa visuale, è sempre la stessa: atletica, equipaggiata con una doppia pistola e pronta a balzi incredibili. Ma avere Totec al suo fianco le conferisce tutta una serie di nuove opzioni. Lui può usare il suo scudo come una piattaforma portatile, che permette a Lara di saltare più in alto oppure di raggiungere aree altrimenti impossibili da scalare. Man mano che si avanza nel gioco sarà la stessa Lara a insegnare a Totec come, invece, usare le armi moderne.
Naturalmente sia nel muoversi che nel risolvere i puzzle si dovrà tenere conto di una serie di variabili. Totec, per esempio, non può usare le sue lance come piattaforme senza che esse si rompano spezzate dal suo peso, mentre Lara, più leggera, può utilizzarle senza alcun problema. Totec può invece usufruire della frusta di Lara per effettuare salti più lunghi.
Nei livelli più avanzati si nota il maggiore affiatamento tra i due personaggi. “Il nostro obiettivo è quello di creare una vera relazione tra i due,” ci spiega Neuburger. “Volevo che l’idea di co-op si sviluppasse nella ricerca di una soluzione comune ai problemi che i due devono affrontare.”
A dimostrazione di questo concetto, Neuburger ci mostra un livello in cui Totec deve effettuare un salto impossibile, con la speranza che Lara lo riacchiappi al volo, salvandolo dal baratro. “Ci sono molte situazioni di questo genere, in cui bisogna saper contare sul nostro compagno.”
Ma non sarà tutto così solidale. La caccia ai nemici da far fuori e al punteggio più alto presupporrà una buona dose di competitività tra chi guiderà Lara e chi Totec.
“Il punteggio è l’elemento portante dell’aspetto competitivo del gioco,” ci dice Neuburger. “Ci sono così tanti nemici da sconfiggere e gemme da raccogliere, che l’unico modo per vincere è battere il proprio partner. Senza dimenticare che più punti si fanno, più oggetti si sbloccano.”
E se non abbiamo nessun partner al nostro fianco? Neuburger ci conferma che c’è una modalità in singolo le cui dinamiche sono leggermente differenti: “Lara potrà fare più cose, ci saranno puzzle differenti. Quindi siamo partiti da una struttura studiata per il co-op, ma poi l’abbiamo modificata per le partite in singolo.”
Quello che verrà meno è la sensazione di alienazione tipica dei vecchi Tomb Raider. “È un qualcosa che ho apprezzato molto anch’io ma il nostro gioco sarà differente. Lara sarà sempre lei, i fan la riconosceranno, ma si tratta comunque di un esperimento. Quel senso di isolamento tornerà in futuro, nel prossimo Tomb Raider, ne sono sicuro.”
Stewart sottolinea come tutti quelli che stanno sviluppando Guardian of Light hanno già lavorato ai precedenti tre giochi di Lara. “Loro sanno benissimo cosa fare. Hanno mangiato, dormito e respirato Tomb Raider.”
“Abbiamo cercato di creare qualcosa di parallelo ai tre episodi,” ci spiega Neuburger. “Legend era incentrato molto sul combattimento, Underworld più sull’esplorazione, mentre Anniversary si è rivelato una sorta di via di mezzo.”