LEGO Harry Potter: Anni 1-4
La magia per grandi e piccini.
Non è difficile spiegare il successo del favoloso mondo di Hogwarts, di cui io per primo sono un fan esageratamente smodato: un universo molto simile al nostro, dove la magia esiste ed è parte integrante della vita di molti, è infatti una di quelle fantasie archetipe che penso più o meno tutti nel corso della nostra infanzia abbiamo avuto.
Il problema nasce quando gli anni passano, si cresce e allora certi sogni o certe speranze vengono accantonati in nome di una realtà che deve essere la più cruda e terra terra possibile, non essendoci spazio per voli pindarici considerati come inutili perdite di tempo. È però esattamente in questo pertugio del nostro cuore che si va ad infilare Harry Potter con le sue avventure pregne di grandi gesti e di grandi storie, in grado di solleticare ancora il nostro animo bisognoso di trovare una scappatoia da un quotidiano soverchiante.
Finora però le apparizioni nel mondo dei videogiochi del mago con la cicatrice non hanno mai lasciato un segno tale da poter essere considerate come pietre miliari del nostro media preferito, probabilmente anche a causa di quella maledizione che vede i tie-in come prodotti destinati, salvo sporadici casi, a ottenere un destino mediocre. La speranza neanche troppo velata è che il finale possa essere, almeno per questa volta, diverso.
Per chi di voi nel frattempo se lo stesse chiedendo, i numeri presenti nel titolo Harry Potter Years 1-4 non vanno a indicare l’età consigliata per accedere al gioco, ma piuttosto il fatto che questa trasposizione videoludica andrà ad abbracciare i primi quattro anni di scuola (dei sette totali) dell’impavido gruppo di amici occupati a diventare maghi adulti.
Se le mie rotelle funzionano ancora, avremo quindi perlomeno un seguito al gioco qui analizzato, sempre che le vendite possano raggiungere i risultati che i Traveller's Tales si attendono da un brand di questo livello.
Considerato però che la compagnia inglese trasforma in oro praticamente tutto quello che tocca e replica nella versione a mattoncini, credo che difficilmente correremo il rischio di vivere un’esperienza monca della sua parte probabilmente più matura e in potenza maggiormente affascinante per il giocatore medio. Ma ne parleremo a tempo debito.
Parlando invece di quanto abbiamo per ora avuto modo di vedere con i nostro occhi, mettendo le mani su una versione di preview del gioco in oggetto, quello che aspetta gli aspiranti maghi ricalcherà ragionevolmente e in buona parte lo schema concettuale visto con i precedenti universi narrativi made in Lego.
Non aspettatevi però una copia carbone di Batman o Indiana Jones, perché all’interno di un contesto oramai rodato sono presenti (finalmente) alcune innovazioni che penso potranno dare un reale beneficio nel prossimo futuro.
Prendiamo ad esempio il castello di Hogwarts: sulla falsariga dei libri della Rowling, soprattutto nei primi quattro volumi, questo maniero dalle origini tanto nobili è praticamente il fulcro di tutte le vicende. Difficilmente ci sono divagazioni in altri luoghi, e ambienti come la Gringott e Diagon Alley, pur nella loro evocatività, sono poco più che scorci di una realtà molto più circoscritta di quanto possa sembrare a un primo approccio.
Il gioco ovviamente ricalca questa struttura, ponendo la scuola di magia come una sorta di immenso hub dal quale poter vivere l’intera avventura partorita ispirandosi a vicende ai più arcinote.