Lost Planet 2
Riapre la stagione della caccia agli Akrid!
Il primo Lost Planet è stato senz’altro un titolo molto discusso che, al tempo della sua release, ha spaccato letteralmente in due il pubblico: da una parte vi erano coloro che lo adoravano, colpiti dalla sua semplicità, frenesia e dal suo comparto tecnico (all’epoca davvero ottimo), mentre dall’altra vi erano utenti delusi da un gameplay a tratti davvero macchinoso che minava un’esperienza altrimenti davvero entusiasmante.
Nel caso in cui apparteniate a quest’ultima categoria, Lost Planet 2 non vi farà sicuramente cambiare idea, ma se al contrario foste appassionati del franchise, beh… ciò che vi aspetta è un’esperienza videoludica davvero imperdibile, pur essendo priva di quelle innovazioni che, molti, si auguravano nel campo del gameplay.
La storyline, ambientata dieci anni dopo la trama del primo capitolo, ci vede nuovamente combattere su E.D.E.N. III, non impersonando un unico protagonista bensì una serie di combattenti appartenenti a diverse fazioni contrapposte. Ma questa non è l’unica novità. L’angusto e pericoloso pianeta popolato dagli ormai celebri Akrid è cambiato radicalmente dal punto di vista climatico, e ciò vuol dire che l’intera avventura non si svolgerà solo tra i ghiacci ma anche all’interno di fitte foreste e aridi deserti. Un cambio necessario, quasi fisiologico che, grazie al nuovissimo motore grafico, è in grado di assicurare un’esperienza ancor più coinvolgente e visivamente splendida del primo LP.
Il diverso approccio adottato da Capcom per ciò che concerne la narrazione ha dunque modificato notevolmente anche la struttura stessa della modalità principale, ora composta da un buon numero di scenari, ognuno dei quali caratterizzato dalla presenza di specifici obiettivi (come ad esempio la distruzione di una miniera, situazione di cui vi avevamo già parlato durante il nostro ultimo hands-on).
Nonostante l’evidente cambio di rotta, l’esperienza si dimostra tuttavia molto coinvolgente. Perché? È presto detto: il più importante aspetto da considerare di questo attesissimo sequel riguarda infatti la sua stessa natura, ora votata prevalentemente al multiplayer sia per quanto riguarda quello competitivo, un argomento che affronteremo più avanti, ma soprattutto per ciò che concerne quello cooperativo. La modalità principale, pur essendo affrontabile in compagnia di tre personaggi controllati dall’IA, è infatti aperta a un massimo di quattro giocatori.
Sebbene l’IA del gioco non mostri veri e propri difetti l’esperienza mostra ovviamente il suo vero potenziale solo se condivisa con altri utenti e questo, specie per chi fosse sprovvisto di una connessione internet o solo di qualche amico con cui condividere le proprie scorribande su E.D.E.N. III, potrebbe senz’altro rappresentare un problema.
Il prezzo da pagare per questo netto cambio di rotta rispetto al passato è ovviamente una sostanziale perdita di profondità narrativa e una generale “spersonalizzazione” dell’avventura, ma ciò non toglie che a fronte dell’intensità e della frenesia dell’azione, l’esperienza sia comunque estremamente divertente e coinvolgente.