Mafia II
Eurogamer.it entra nella "famigghia".
Alla prova dei fatti, tale scenario, a parte il secondo capitolo che funge praticamente da tutorial, è rimasto solo un miraggio lontano, ma qualche avvisaglia si è comunque manifestata: ad esempio nel capitolo numero cinque avrete come compito quello di eliminare un “ciccione” che ha alzato un po' troppo la cresta.
Una volta appostati a un balcone, dovrete aspettare l'arrivo della sua vettura e far fuori lo stesso prima che entri in una distilleria; peccato che sarete forzatamente costretti a entrare nell'edificio perché il tizio di cui sopra risulterà praticamente invisibile, verosimilmente per poter dar vita a un inseguimento tra i piani del caseggiato. In questo caso quindi, seppur apprezzabile dal punto di vista “cinematografico”, la missione rischia di trasformarsi in uno sparatutto a binari, cosa che contrasta con le idee degli sviluppatori che manifestamente vogliono rendere ogni scelta “naturale”più che guidata.
Nello specifico i quattro capitoli, più precisamente il secondo, il quinto, il nono e il decimo, hanno così lo scopo di illustrare passo dopo passo l'ascesa di Vito, partendo dai suoi inizi e i suoi primi furtarelli per poi arrivare a degli omicidi e alla lotta per il potere delle principali famiglie mafiose della città. La struttura delle stesse è risultata così varia, richiamando in qualche passaggio le avventure del mai troppo rimpianto Tommy: concretamente parliamo di furti d’auto, omicidi su commissione e rocambolesche fughe in auto, il tutto in un continuo susseguirsi di colpi di scena che forniscono spessore ad ogni vostra azione e adrenalina continua.
Non potrete infatti decidere liberamente quando salvare, ma dovrete passare attraverso checkpoint predefiniti, con tutto il nervoso e la tensione che una tale scelta comporta; fortunatamente non è così facile morire, visto che anche nelle situazioni più disperate basterà trovare un piccolo riparo per ricaricare la barra d’energia, e devo dire che in questo modo si ha sicuramente l’impressione più concreta di vivere un’avventura maggiormente organica.
La parte su quattro ruote fornisce poi un agile aggancio per parlare di Empire Bay, attrice non protagonista di tutto il gioco: la città è davvero uno spettacolo, viva e pulsante come raramente mi è capitato di vedere; il traffico scorre in maniera verosimile e il colpo d’occhio in ogni istante e nei vari quartieri permette davvero di immedesimarsi in maniera credibile.
Ogni particolare, ogni nuovo vicolo od ogni nuova strada che vi capiterà di esplorare, non potrà che testimoniare la cura riposta dagli sviluppatori, capaci di creare un piccolo gioiello fonte di continue sorprese; peccato solamente per la scarsa interattività permessa, visto che potrete entrare solo dove risulterà utile ai fini della storia, fatto salvi ovviamente investimenti od omicidi random.
Occhio che ovviamente la polizia non tarderà a rilevare le vostre infrazioni, causando ben più di una piccola noia a dei malviventi in erba; fortunatamente seminare la madama, anche a piedi, non è un’impresa impossibile, ma mettersi a schivare vetture e pedoni quando siete a un passo dal completamento di una missione può risultare scocciante.