Mafia II
Una famiglia con tanto stile ma poche libertà.
In questo campo è stato finalmente deciso di dare un minimo di profondità strategica, introducendo nelle sparatorie la possibilità di utilizzare delle coperture e di valutare quello che può essere l’approccio migliore contro il nemico, clonando un sistema simile a quello presente in Gears of War. L’intelligenza artificiale risponde poi in modo convincente alle vostre manovre, regalando una buona dose di adrenalina ai vari scontri che vi ritroverete ad affrontare.
Scordatevi però i punti ferita, sostituiti da un cerchio rappresentante la vostra carica vitale: ogni qualvolta riceverete una scarica di colpi lo vedrete drammaticamente scendere, salvo riprendersi dopo aver cercato un buon riparo.
Tecnicamente i ragazzi di 2K mostrano di saper utilizzare al meglio i ferri del mestiere, a patto però di avere un mezzo in grado di mettere in mostra la grafica di altissimo livello di Mafia 2 senza perire sotto i colpi dei poligoni. Prendendo come riferimento la versione PC, ovvero quella da noi recensita, è infatti difficile trovare molti titoli in grado di reggere il confronto con questo gioco. A meno, ovviamente, di non voler guardare al futuro prossimo rappresentato da giochi del calibro di Deus Ex o Crysis 2.
Tanto per dare un’idea di cosa stiamo parlando, settando i dettagli al massimo potrete vedere un movimento iper realistico degli abiti del protagonista o effetti particellari nelle esplosioni davvero sbalorditivi. Anche il fuoco, giusto per citare un elemento spesso sbandierato nei vari comunicati stampa, ha una resa da mascella slogata, tanto che rischierete di allungare la mano verso il monitor per riuscire a toccarlo.
Nota a margine tuttavia per i possessori di Playstation 3 o Xbox 360: le versioni console, soprattutto quella di casa Sony, sono state edulcorate di tutta una serie di primizie tecniche per ottenere una resa accettabile. Mafia 2 risulta comunque godibile, ma è giusto comunque precisare che le differenze ci sono e anche relativamente evidenti.
Sempre sul fronte tecnico, ma spostandoci verso i padiglioni auricolari, troviamo un comparto sonoro che ci riporta alle atmosfere dei film hard-boiled, con le diverse radio che passeranno una dopo l’altra i successi dell’epoca: complice anche l’atmosfera invernale della prima parte dell’avventura, vi ritroverete spesso a fischiettare motivetti dimenticati, rapiti da un’atmosfera generale qui sì davvero convincente.
Se però il doppiaggio mi aveva convinto in fase di anteprima, nei toni così come nelle espressioni gergali, una volta messe le mani sulla versione definitiva ho purtroppo dovuto abbassare mestamente il capo: partendo dal protagonista, che non si sa bene perché a volte si ritrova a perdere il proprio accento, si arriva nei filmati a vedere il labiale completamente fuori sincrono con l'audio. Una caduta di stile per un prodotto di queste ambizioni.
L'operazione “ritorno con stile” è quindi andata sicuramente a buon fine, regalando all'utenza un titolo che merita di entrare nella propria “famiglia ludica”. Il voto finale però rispecchia alcuni particolari non curati alla perfezione per un titolo di questo livello e una storyline che, seppur accattivante, risulta a tratti troppo “guidata” per coinvolgere il giocatore al cento per cento.
A un passo dal paradiso e a tre colpi dal cuore…