Majin and the Forsaken Kingdom
Un ragazzo e un orco in gita a Milano.
Milano si tinge con i colori del Sol Levante, almeno per un giorno e relativamente agli spazi dell'hotel Meliá, dove venerdì 24 settembre sono stati presentati Naruto Shippuden Ultimate Ninja Storm 2 e l'interessante Majin and the Forsaken Kingdom. Ed è proprio di quest'ultimo che ci occupiamo, in virtù del fatto che oltre ad assistere alla presentazione abbiamo anche avuto il privilegio di una chiacchierata con Daisuke Uchiyama, il producer del gioco.
Proprio 'Uchiyama san' ha avuto modo di spiegare come alla base di Majin ci sia stata la ferma intenzione di creare un titolo che poco avesse a che fare con l'azione pura, così come viene intesa di recente, e quindi privo di bazooka, lanciamissili, zombi da abbattere e via di questo passo.
Intendiamoci, il gioco non è privo di momenti dove combattere è necessario, ma l'accento è posto decisamente altrove, nello specifico sulla risoluzione degli enigmi e l'esplorazione. Il vero piatto forte del gioco, però, è costituito dall'atmosfera fiabesca e soprattutto dalla relazione che si viene a creare tra l'eroe, niente più che un ragazzo dotato però di spiccate attitudini al combattimento, e il gigantesco orco chiamato appunto Majin.
L'azione ruota tutta intorno a questa stravagante eppure efficace collaborazione, che vede da una parte l'eroe capace di muoversi velocemente, insinuarsi in stretti pertugi o giocare d'astuzia per sorprendere gli avversari; dall'altra lo smisurato Majin, dotato di una forza straordinaria che gli permette di sbarazzarsi agevolmente della maggior parte dei nemici, ma per contro estremamente lento nei movimenti e, diciamo così, non particolarmente brillante quando si tratta di elaborare complesse strategie.
L'amicizia tra i due, così come le loro capacità, aumentano nel corso dell'avventura in base ai puzzle risolti e ai nemici abbattuti, il che dona un po' di quel sapore da gioco di ruolo che male non fa. Nonostante le carenze intellettuali, o forse proprio a causa di queste, Majin si rivela un personaggio assolutamente intrigante e pieno di fascino. Colpisce per la sua forma umanoide e l'espressione bonaria, ma al tempo stesso inquieta a causa di quelle escrescenze arboree simili a piccole foreste che crescono sul suo corpo enorme.
A prima vista sembra di trovarsi davanti a una rielaborazione del classico Ico, titolo per PS2 uscito nel 2001 e caratterizzato proprio da due personaggi obbligati a collaborare per superare enigmi e combattimenti. L'ipotesi non è del tutto campata per aria tanto che è lo stesso Uchiyama, interrogato in proposito, ad affermare: "Tra le varie fonti di ispirazione c'è sicuramente anche Ico, ma la maggior parte dei contenuti del gioco sono scaturiti da numerose riunioni in cui abbiamo scelto le idee migliori da utilizzare. In qualche modo volevamo dare un'impronta ecologista, qualcosa che lo rendesse attuale e che suggerisse come la natura possa rivelarsi un prezioso alleato per l'uomo quando tra le due entità si sviluppa una forma di amicizia".