Mass Effect 2
Oscure minacce, complotti alieni e relazioni "piccanti". Ma soprattutto, Subject Zero...
"Forse il miglior gioco mai creato da BioWare" ha dichiarato tempo fa Ray Muzyka, General Manager della compagnia, ai microfoni dei nostri colleghi britannici. Il titolo in questione è Mass Effect 2. Shepard, Normandy, galassie lontane e razze aliene tra le più stravaganti e complesse mai incontrate in un videogame. Una vera, autentica opera sci-fi in piena regola, con una storia e un "lore" destinati ad ampliarsi nel tempo alla stregua delle più rinomate opere letterarie dedicate alla fantascienza. Un universo a portata di joypad, e scusate se è poco.
Al di là degli intenti puramente promozionali del signor Muzyka, abile conoscitore dei meccanismi che regolano il marketing, è evidente che con questo sequel BioWare intenda ampliare e consolidare un brand che con il primo capitolo ha comunque ottenuto consensi in ogni parte del mondo. Ecco perché la missione e il viaggio di Shepard dovranno essere ancor più epici e coinvolgenti che mai: Mass Effect 2 dovrà essere la consacrazione della serie, il titolo che permetterà al franchise di svettare e alimentare tutte le attività collaterali sulle quali Bioware ed Electronic Arts sembrano puntare tantissimo: romanzi e serie cinematografiche comprese.
Il materiale da noi visionato ci ha messo dinnanzi a una new entry già chiacchieratissima e sicuramente ambigua: Subject Zero. Una donna misteriosa, tatuata in ogni parte del corpo e dai modi sicuramente poco amichevoli, che troveremo nostro malgrado accanto a noi nel corso della nuova avventura. Si tratta di un elemento a dir poco disturbante ma che di certo saprà farsi valere in battaglia. Oltre a padroneggiare a dovere il fucile laser, Zero sembra usare alla grande i poteri biotici, riuscendo a sollevare in aria un enorme robot da guerra e mandarlo in frantumi con appena tre colpi di laser. Il tutto con un linguaggio talmente sboccato da sotterrare quasiasi aura di femminilità.
Pare che Bioware abbia lavorato a lungo sui nuovi personaggi introdotti, cercando di evitare i soliti stereotipi, anche a costo di mettere in difficoltà i giocatori stessi. L'intento è scatenare forti reazioni emotive, spingendo gli utenti a indagare sempre di più sul passato e sulle pulsioni dei personaggi di contorno. D'altronde, la stessa formula di gameplay circa le relazioni con i comprimari è stata affinata, offrendo dialoghi e scelte quanto più varie e imprevedibili possibile. Ciascuno dei nostri compagni combatterà spinto da motivazioni proprie e starà a noi imparare a conoscerle, per poi decidere quali assecondare e quali membri inserire nel team in occasione degli scontri.
Nella presentazione a porte chiuse in quel di Los Angeles, Bioware aveva voluto sottolineare come l'atmosfera di questo sequel sia decisamente più matura rispetto al precedente episodio. Non parliamo solo di "more alien sex", anche se di certo non mancheranno situazioni piccanti (Subject Zero ci metterà del suo, così come altre pulzelle spaziali in attesa di essere "scoperte"), ma proprio di un universo più cupo e opprimente. La componente morale è stata accentuata, dando persino al giocatore la possibilità di fermare un dialogo importante e agire d'impulso, affrontando poi tutte le conseguenze del caso. Tutto è stato previsto fin nei dettagli, com'è naturale che sia, eppure le particolari dinamiche del gioco sembrano realmente offrire un grado di libertà decisionale ancor più notevole che in passato.