Metroid: Other M
Samus, ancora tu…
Cinque minuti di Metroid: Other M e già ti accorgi che Samus Aran ha una nuova abilità. Mentre sta parlando, a un certo punto, ci spiega una nuova meccanica, in cui sembra esserci lo zampino del Team Ninja che ha collaborato alla produzione di questo ultimo capitolo.
Dunque, dopo anni di mutismo, Samus improvvisamente non se ne vuole stare per niente zitta e se la spassa chiacchierando durante le scene d’intermezzo. Spesso si tratta di dialoghi riferiti al tutorial di base, almeno all’inizio del gioco.
Di sicuro dietro alla produzione di Other M c’è l’obiettivo di far conoscere meglio un personaggio come Samus e quindi è fondamentale mostrare non solo ciò che già conosciamo, come le sue movenze da combattente, ma anche il contenuto di quelli che apparentemente sembrano dei monologhi.
Quando si torna sul campo di battaglia, all’azione nuda e cruda, tutto è estremamente familiare ma anche nuovo, e il lavoro fatto dal Team Ninja si nota in maniera evidente. Al pari di Retro Studios, gli sviluppatori di Ninja Gaiden hanno dato il loro tocco a questo classico franchise Nintendo, e il risultato è interessante, con un piacevole misto tra vecchio e nuovo.
Metroid: Other M è stato annunciato all’ultimo E3, con Satoru Iwata che stringeva tra le mani il Wii Vitality Sensor e un filmato del gioco ce lo faceva intravedere ben patinato e saturo di colori.
Al recente media summit Europeo di Nintendo Eurogamer ha avuto la possibilità di giocarlo in anteprima. Dimentichiamoci della fine di Super Metroid, perché Other M è ambientato subito dopo gli eventi che hanno caratterizzato il classico per SNES, e si colloca prima della trilogia di Prime.
Dopo una conversazione con una specie di parlamento galattico, durante la quale Samus informa l’universo che la minaccia Metroid è stata spazzata via, ci si ritrova a rispondere a una chiamata di emergenza che ci indica il luogo della nostra prima missione, una stazione spaziale non autorizzata in cui sta succedendo qualcosa di strano…
Come già anticipato, fin da questi primi minuti di gioco la presenza del Team Ninja si avverte con una certa chiarezza. Vediamo Samus bearsi della sua Zero Suit, lucente, attillata, con la camera che non tarda a concentrarsi sulla sua silhouette.
La vediamo inquadrata dalla distanza, mentre le immagini dalla regia virtuale si alternano ai dialoghi, e le parole a qualche altra perfomance fisica.
Il ritmo impresso alla storia sembra mescolare tutti gli elementi del più classico dei Metroid, pur lasciandoci ancora all’oscuro di una parte della trama, con buona pace del nostro hands-on.
Muoversi e uccidere in Other M è, comunque, davvero appagante. Gran parte dell’azione di gioco è gestita tramite una visuale in terza persona. Come succedeva in Shadow Complex, il Team Ninja ha preferito fissare la regia nel migliore dei modi, per ottenere di volta in volta l’angolo di osservazione più consono.
Da questo punto di vista, e con la mini-mappa posizionata nell’angolo in alto a sinistra, ci sembra quasi di ritornare al 1994, soprattutto quando il gioco ci chiede di abbandonare il nunchuk e punta esclusivamente sul telecomando Wii, che deve essere tenuto come un pad classico.