Microsoft sbaglia a non diffondere i dati di vendita di Xbox One - editoriale
La paura del confronto con PS4 rischia di mettere in ombra i successi di Xbox One.
Quando Don Mattrick ha lasciato Microsoft, a seguito del disastroso annuncio dell'Xbox One, il tono della comunicazione ufficiale dell'azienda è cambiato radicalmente. Le politiche viste come "anti-consumer" (DRM always online, blocco degli usati eccetera) sono state modificate una dopo l'altra. Il nuovo boss di Xbox, Phil Spencer, ha cominciato subito a dire le cose giuste, dichiarando che l'azienda aveva ascoltato attentamente le opinioni dei fan e smorzando i toni della console war fino a riconoscere i traguardi ottenuti dalle rivali Sony e Nintendo, indicandoli come i segni positivi di un'industria complessivamente in salute.
Fu un piacevole momento di franchezza da parte della compagnia, un segnale distensivo nei confronti dei fan, infuriati per l'arroganza di cui era stata intrisa la comunicazione nei mesi precedenti. Inoltre, la tattica ha indubbiamente funzionato: l'Xbox One si è infatti ripresa da quello che avrebbe potuto essere un lancio catastrofico. Il fatto è che, riferendosi soltanto ai dati ufficiali diffusi da Microsoft nel corso degli ultimi due anni, si fa molta fatica a capirlo.
Nei mesi successivi al lancio del novembre 2013, Sony e Microsoft hanno periodicamente diffuso i dati di vendita delle rispettive console. Molto presto, però, è divenuto chiaro che PS4 stava accumulando un chiaro vantaggio rispetto alla rivale: è in quel momento che Microsoft ha cominciato a diventare sempre più vaga e incostante nella pubblicazione dei numeri ufficiali. L'ultimo vero dato riguarda i quasi 10 milioni di unità inviate ai negozianti, e risale al primo compleanno della console.
Da quel momento in poi, per un periodo le vendite di Xbox One sono state cumulate con quelle di Xbox 360 in report trimestrali, ed infine Microsoft ha smesso completamente di diffonderle, preferendo il criterio delle "attivazioni di Xbox Live" rispetto a quello delle unità fisicamente vendute.
La scorsa settimana è emerso che Xbox One avrebbe raggiunto una base installata di circa 18 milioni di console. Tale numero è stato diffuso dalla giornalista Mary Jo Foley durante l'ultimo episodio di Windows Weekly, riguardante il recente annuncio dei 200 milioni di dispositivi su cui è stato attivato Windows 10. Nel ripartire la cifra tra PC, tablet, smartphone e Xbox One, Foley ha dichiarato che quest'ultima conterebbe per circa 18 milioni di unità, un dato che le sarebbe stato confessato da una fonte.
In assenza di commenti ufficiali da parte di Microsoft, che non si fa sentire al riguardo da più di un anno, tale numero è rimbalzato ovunque su Internet ed è ora considerato come l'unica indicazione "semi-ufficiale" dell'attuale base installata di Xbox One. La cifra reale potrebbe anche essere maggiore, dal momento che ne sono esclusi tutti i possessori di Xbox One che non l'hanno usata recentemente, o che di solito non sono collegati online, ma per il momento immaginiamo che sia approssimativamente esatta.
Nei primi 26 mesi sul mercato, dunque, Xbox One avrebbe venduto 18 milioni di console. Paragonandoli ai circa 36 milioni di PS4 diffuse nel medesimo periodo, non sembrerebbero molti. Ma mettendoli in proporzione con i risultati della console precedente, la situazione cambia. L'Xbox 360, infatti, impiegò 30 mesi a raggiungere una base installata di 19 milioni di unità. L'Xbox One è dunque testa a testa con quella che è stata la console di maggiore successo della storia di Microsoft.
Chiaramente Microsoft ha smesso di pubblicare dati di vendita chiari e trasparenti per paura che l'Xbox One possa sfigurare in confronto all'eccezionale prestazione di PS4, e forse non ha torto. Una simile tattica, però, contribuisce a supportare l'idea che questa generazione sia totalmente dominata dalla macchina di Sony, con un'Xbox One schiacciata in un angolo a leccarsi le ferite. Continuando a nascondere i numeri ufficiali, Microsoft ci costringe a vedere l'attuale situazione di mercato come una sfida diretta tra le due macchine, inevitabilmente con una vincitrice e una perdente. Una delle due aziende grida i suoi successi ai quattro venti, mentre l'altra si nasconde quasi con imbarazzo.
Il punto è che questa non sarebbe l'unica lettura possibile. Nel 2013 e 2014, per quanto sia stata eccezionale la partenza di PS4, la percezione generale era quella di un mercato console in straordinaria salute complessiva, dopo anni in cui molti ne avevano pronosticato la scomparsa. Onestamente, è questa la notizia più importante: Microsoft dovrebbe semplicemente affidarsi ancora alla franchezza di Phil Spencer e tornare a parlare apertamente di dati e numeri, per consentire a tutti noi di avere una visione più complessiva e meno ristretta dell'attuale generazione di console. Finché invece si ostinerà a farne una questione di confronto diretto con la PS4 di Sony, ci potranno essere soltanto una vincitrice e una sconfitta sulla piazza.