Milestone: così si sviluppano i videogiochi ai tempi del Covid-19 - intervista
Luisa Bixio racconta come l'azienda ha dovuto adattarsi al distanziamento sociale imposto dalla pandemia.
Da qualche giorno siamo entrati nella fase 2, che per molti ha significato un rientro graduale alla normalità dopo un lungo e improvviso periodo di stop. Questo però non vuol dire che si sia tornati alla normalità di un tempo; anzi, potrebbe essere che ciò non accada più.
A tal proposito abbiamo voluto incontrare (virtualmente) l'amministratore delegato di Milestone, Luisa Bixio, per avere una testimonianza di come gli sviluppatori di videogiochi abbiano gestito il lockdown e di come riusciranno a sviluppare i propri progetti nel futuro post-pandemia.
Milestone, nata nel 1994, dopo essere entrata nel cuore degli appassionati di racing è considerata l'azienda leader nel campo dei giochi di guida motociclistici. Detiene le licenze MotoGP, MXGP, Monster Energy Supercross e RIDE, e nel 2019 è stata acquisita dalla holding Embracer Group, che a sua volta possiede THQ Nordic GmbH, Koch Media GmbH/Deep Silver, Coffee Stain AB, Amplifier Game Invest e Saber Interactive.
"Essendo un'azienda con oltre 200 dipendenti, di cui la maggior parte vive fuori Milano, abbiamo preso la decisione di chiudere tutto già due giorni prima dell'annuncio del lockdown", esordisce Luisa Bixio. "In questo modo, abbiamo dato la possibilità a tutti di tornare nelle proprie case e di organizzarsi per lavorare da casa".
Il mondo dei videogiochi, come ogni settore produttivo, ha dovuto affrontare una situazione nuova ed eccezionale e molti studi ed aziende hanno fatto i conti con una riorganizzazione e ristrutturazione del lavoro che, per alcuni, ha significato ritardi nello sviluppo e nel conseguente rilascio di titoli.
"Subito dopo aver deciso la chiusura totale, io e pochissimi altri abbiamo iniziato a pianificare le attività, cercando di definire processi simili il più possibile a quelli in azienda. Abbiamo optato per una divisione in gruppi e sottogruppi e stabilito un calendario di meeting giornalieri e settimanali, organizzando anche meeting per la verifica dello stato di avanzamento dei lavori."
La diffusione del Covid-19 ha evidenziato il problema del digital divide italiano, col risultato che molti dipendenti hanno avuto problemi di natura tecnica. "In Milestone utilizziamo già il VPN, ma in alcuni casi i problemi di linea sono stati persino peggiori, quindi abbiamo deciso di allargare la banda e di definire tutta un serie di strumenti che potessero migliorare le condizioni di lavoro da casa di tutti noi. Abbiamo inoltre investito nell'acquisto di materiali e dispositivi, in quanto non tutti i dipendenti possedevano un proprio portatile."
Le emergenze, però, a volte possono rivelarsi fonti di nuove e sorprendenti opportunità. "Se mi avessero detto a inizio anno che avremmo dovuto affrontare una situazione del genere, avrei vissuto il solo pensiero con estrema preoccupazione. Invece nell'arco di tre giorni tutti erano attrezzati e dopo una settimana circa il 90% dell'azienda era a lavoro."
Tutto questo ha permesso a Milestone di chiudere MotoGP 20 ad aprile e di rilasciarlo nei tempi stabiliti ma non è tutto. "Il lavoro sta procedendo bene" ha aggiunto Luisa Bixio. "Abbiamo quattro progetti in corso, più un quinto progetto nuovissimo sotto licenza, per il quale l'azienda ha firmato un accordo prima del lockdown. E stiamo lavorando sodo per rilasciare a fine 2020 una tecnologia per prodotti next-gen, ma di più non posso dire."
Quali scenari si prospettano in vista della fase 3? "Per il momento stiamo proseguendo il lavoro da casa e, se la situazione procederà per il meglio, ci sarà un probabile rientro a gruppi a partire da giugno, con una suddivisione in turni durante l'estate e solo alcuni meeting fondamentali in presenza."
L'esperienza della quarantena ha impartito diverse lezioni, non tutte negative. "Abbiamo scoperto di essere più efficienti nei meeting e nei processi aziendali e in futuro ci saranno attività che potranno proseguire in modalità smart working, soluzione che fra l'altro ci permetterà di avere anche collaboratori all'estero."
Terminato il lockdown, torneremo davvero alle vecchie abitudini? Sono in molti a dire che nulla sarà come prima, e ciò pare valere anche nel campo dello sviluppo dei videogiochi.