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Mortal Kombat

Un brutale ritorno alle origini.

I videogiochi stanno vivendo un periodo davvero particolare. Qualsiasi giocatore con qualche anno sulle spalle non potrà aver fatto a meno di notare come, in un momento di profonda crisi creativa, gran parte delle saghe storiche stia rinunciando all'innovazione per tornare sui propri passi, rinnegando quanto fatto negli ultimi anni e riabbracciando le loro origini.

Questo procedimento sta coinvolgendo anche la serie di Mortal Kombat, che dopo innumerevoli esperimenti altalenanti nell'ambito delle tre dimensioni, ha deciso di sposare la soluzione ideata da Capcom per Street Fighter IV, e di proporsi con un capitolo nuovo di zecca che sembra arrivare direttamente dagli anni '90.

A quasi 20 anni di distanza dalla nascita del primo, storico, episodio della serie, è stata infatti presentata una nuova incarnazione che promette di recuperare tutto il fascino di Mortal Kombat, tristemente perso per strada nel corso di una discutibile evoluzione.

Come accade con le Ultra Combo di Super Street Fighter IV, anche le Fatality di Mortal Kombat sfrutteranno dei coreografici cambi di inquadratura.

Durante l'E3 2010 è stato possibile provare con mano una demo giocabile di questo interessante titolo, che metteva in mostra le caratteristiche alla base del “nuovo” gameplay e gli elementi di rottura (nel vero senso della parola) che caratterizzeranno la versione finale del gioco.

Come già detto qualche riga più su, il nuovo Mortal Kombat abbandona i combattimenti a tre dimensioni, riportando gli scontri ai frenetici scambi di colpi che caratterizzavano i vecchi capitoli 2D della serie.

La differenza, questa volta, è che come è accaduto già con Street Fighter, anche nel titolo Midway i lottatori e le arene sono interamente poligonali, e garantiscono un livello di dettaglio in linea con le capacità di calcolo delle console attualmente in circolazione.

Una volta preso in mano il pad ci si rende subito conto di quanto il feeling sia effettivamente simile a quello dei vecchi episodi bidimensionali, con la possibilità di effettuare rapide combo di pugni e calci, di sferrare i devastanti uppercut da sempre marchio di fabbrica della serie, e di sfruttare le peculiarità uniche di ogni personaggio.

Ecco un esempio delle devastanti X-Ray. Queste sequenze sono rapide, coreografiche e spettacolari!

I ritmi sono frenetici e incalzanti, e per ottenere risultati soddisfacenti è necessario mischiare sapientemente gli attacchi normali e le mosse speciali, in modo da concatenarli tra loro costringendo il proprio avversario a chiudersi in difesa.

La particolarità di alcune tecniche permette di eludere anche la più impenetrabile delle guardie, e fra teletrasporti, rapidi attacchi alle spalle e devastanti prese, la varietà del gameplay è garantita. Mortal Kombat, quindi, è una semplice riedizione pompata dei vecchi capitoli che tanto abbiamo apprezzato su Megadrive e Super Nintendo?

Fortunatamente no, o almeno... non del tutto. Se è vero che le dinamiche di base sono palesemente tornate al passato, è altrettanto evidente quanto i programmatori si stiano preoccupando di arricchire il gioco con qualche succulenta novità.

Il trailer di lancio di Mortal Kombat.
Avatar di Filippo Facchetti
Filippo Facchetti è un rispettabile nerd da sempre appassionato di "giochini elettronici". Prima di approdare a Eurogamer scrive per importanti riviste di settore e conduce programmi TV dedicati all'intrattenimento digitale.
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Mortal Kombat

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