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MotorStorm: Apocalypse

L’Apocalisse sta arrivando!

L'Apocalisse è ormai prossima. No, non si tratta del solito action a sfondo fantasy o dell'ennesimo sparatutto in cui dovrete affrontare orde di nazisti zombi, bensì di un simulatore automobilistico ben noto a tutti i possessori di una PS3 o PSP. Un gran bel racing a dirla tutta. Di cosa parliamo? Ma ovviamente di MotorStorm: Apocalypse, ultima fatica di Evolution Studios!

Com'è facile intuire la prima e più evidente novità di questo ennesimo capitolo della serie riguarda le sue stesse ambientazioni. Dimenticatevi di deserti e vulcani, perché qui vi ritroverete a gareggiare in una città situata sulla costa occidentale degli Stati Uniti, abbandonata dai suoi abitanti in seguito a un terribile terremoto.

Pensate che il peggio sia passato e che vi aspetti una semplice città priva di abitanti? Purtroppo per voi non sarà così, perché come suggerisce lo stesso nome del prodotto l'Apocalisse sarà ancora nel vivo della sua devastante potenza, costringendovi a gareggiare affrontando sismi e scosse di assestamento che causeranno crolli strutturali, cambiamenti dinamici del percorso, esplosioni e, più in generale, un gran caos che metterà a dura prova i vostri riflessi.

Non lasciatevi ingannare dallo stile grafico ancora un po’ grezzo di Apocalypse, perché il prodotto finale sarà ben diverso.

A questo punto molti di voi potrebbero aver notato una certa somiglianza concettuale con il più recente Split/Second, perciò lasciateci dire che, almeno in quanto a impatto visivo, MotoStorm si avvicina molto al titolo Disney, pur non facendo della spettacolarità il suo principale punto di forza.

Per quanto possa sembrare assurdo da dire, la più grande fonte d'ispirazione di MotorStorm: Apocalypse non è infatti Split/Second, bensì Modern Warfare. Sì, avete capito bene. Nel corso della sua story mode, la cui durata si dovrebbe attestare intorno alle setto, otto ore, Apocalypse proporrà un sistema di progressione e personalizzazione, impreziosito da perk sbloccabili e utilizzabili sia in singleplayer che in multiplayer.

Il tutto senza contare la presenza di un'apposita modalità di creazione volta a permettere alla community di dare libero sfogo alla propria creatività e fantasia, creando e condividendo le proprie idee. Insomma, le premesse non potrebbero davvero essere migliori.

Johnny Klebitz, sei tu?

Ma torniamo alla modalità principale. Nel prologo giocabile vi ritroverete a dover guidare giù da una portaerei, procedendo poi sulla spiaggia, verso la città devastata di cui parlavamo poc’anzi. A questo punto sarà possibile intraprendere l’esperienza da tre diverse prospettive per altrettanti protagonisti, ognuno dei quali “rappresenterà” un particolare livello di difficoltà: Recluta, Sopravvissuto e Veterano.

Uno degli aspetti più interessanti dell’esperienza riguarda però la natura persistente del mondo di gioco; ogni gara sarà infatti un evento unico e irripetibile, in cui i danni verificatisi durante il suo svolgimento lasceranno tracce indelebili per tutta la durata della modalità. Insomma, se vedrete crollare un palazzo, ritornando nello stesso luogo ne vedrete le macerie. Alla fine della competizione la città sarà dunque devastata e irriconoscibile, e voi, in un epilogo giocabile, ve ne ritornerete alla portaerei ripercorrendo la strada fatta nel prologo. Sembra davvero una degna conclusione per un titolo dalle premesse straordinarie.

Avatar di Davide Persiani
Davide Persiani: Davide inizia a lavorare nel campo dell'editoria videoludica all'età di 16 anni. Dopo qualche anno di gavetta in Spaziogames e Play Media Company, subisce l'irresistibile fascino di Eurogamer.it.
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