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Nail'd

Il problema non è la caduta, è l’atterraggio.

Fango, detriti, acqua che ti entra nelle ossa, curve a gomito, rombi, rettilinei, una rampa e poi? Assolutamente il cielo!!!

Sono questi i primi dieci secondi di Nail'd, racing game di stampo ultra-arcade che è in dirittura d'arrivo negli States e che raggiungerà i negozi europei il prossimo febbraio. Se pensavate che i vari Pure, Fuel e MotorStorm avessero toccato un livello di sfrenata irrealtà in termini di fanghiglia da corsa, allora aspettatevi qualcosa di ulteriormente fuori da ogni schema fisico di motoristica memoria.

Che si scelga un quad o una moto da cross, la velocità estrema è l'unico traguardo da raggiungere. Non ci sono evoluzioni che tengano, stavolta il pilota è ancorato alla sella, chinato in avanti per sfruttare scie e boost accumulati sulla pista. Come? Con una condotta di gara decisamente sporca, quindi direttamente proporzionale alla quantità di melma che spargerete sul vostro mezzo, e tramite una serie di "atterraggi" ben coordinati: in questo caso saremo chiamati a manovre decisamente più raffinate e "pulite".

Gli scenari ci portano tanto sulle piste fangose di paesaggi montani, come a ridosso della bocca di un vulcano in eruzione!
Una volta in volo, è fondamentale aggiustare la traiettoria di rientro in pista tramite lo stick analogico.

Pad alla mano, Nail'd dà l'impressione di tornare al vecchio concetto di gioco di corse senza troppi fronzoli, dove la semplicità di concept e di gameplay diventa la caratteristica principale dell'intera produzione. Questo si riflette su un sistema di controllo confezionato anche per i meno esperti: un tasto per accelerare, uno per frenare e un altro per attivare il turbo. Tutto qui, posto che quello deputato alla frenata lo potete considerare come un vero e proprio optional...

In quest'ottica va dato merito al team di sviluppo di aver costruito un'infrastruttura comunque in grado di supportare un approccio così easy. Lo stile delle piste è infatti completamente incentrato sulla spericolatezza e sul "volo". Le rampe si sprecano, i sali e scendi sono disseminati ovunque, i salti chilometrici sono all'ordine del secondo perché l'obiettivo dichiarato è quello del decollo: gas a manetta e su, sempre più in alto!

Sullo sfondo una serie di scenari ben confezionati e supportati da un engine proprietario (il Chrome di Techland), che fa discretamente il suo dovere a livello di elementi presenti su schermo con zoomate, schizzi di fango sulla camera virtuale che segue le nostre evoluzioni e il classico effetto slow motion quando si tratta di evidenziare un takedown sull'avversario.

Il punto di forza del gioco sembra essere dunque il level design, al punto che mi è sembrato più vicino a un Wipeout che non a MotorStorm, naturalmente con tutte le differenze del caso. L'approccio al sorvolo, più che allo sterrato, lo potrebbe infatti affiancare al racing futuristico prodotto da Sony, ma se ci soffermiamo sul frame rate, il paragone non regge.

Il senso di velocità c'è, qualche scarica di adrenalina fa vibrare il joystick, ma poi piomba addosso la sensazione un po' sgradevole della mancanza di peso del mezzo. L'assenza di una fisica convincente si fa sentire, soprattutto alla lunga e nei testa a testa con i piloti avversari.

Scariche di adrenalina da Tachland.