Naughty Bear
Fareste mai dormire vostra figlia con questo orsetto?
Le vostre nefandezze potranno essere perpetrate in (sostengono gli sviluppatori) 250 modi diversi, avvalendovi di una ventina di armi e di una settantina di oggetti. Tra questi vale la pensa ricordare anche dei costumi speciali, che conferiranno particolari potenziamenti, collezionabili solo esplorando l’area di gioco e investigando gli anfratti più reconditi.
Alla fine di ogni livello, in perfetto stile Bayonetta, verranno assegnate 4 diversi tipi di medaglie in base alla propria prestazione, le quali a loro volta sbloccheranno altri bonus e livelli aggiuntivi. Il tripudio dell’hardcore gamer, verrebbe da pensare, soprattutto in virtù del fatto che i punteggi finali saranno automaticamente inseriti in una ladder mondiale in cui vedere quanto si è stati più bravi rispetto al resto del mondo. Un omaggio diretto al proprio ego e indiretto alle teorie freudiane sul priapismo maschile.
Qualora, proseguendo nella poetica metafora, sentiste di avercelo davvero lungo, niente paura, gli sviluppatori di Artificial Mind & Movement (A2M) hanno pensato anche una modalità multiplayer sulla quale però non mi è possibile scendere più nel dettaglio, perché… non ci hanno voluto dire nulla in proposito!
La qual cosa mi porta in dirittura d’arrivo, ovvero alle considerazioni finali. Insomma, Naughty Bear ce la fa o non ce la fa? Non vi nascondo che, per la durata della presentazione, il gioco ha saputo essere divertente e intrattenere la platea di giornalisti accorsi all’evento.
Al tempo stesso, però, superato il gusto di vedere degli orsetti di pezza che si brutalizzano nei modi più efferati, resta il dubbio se il gameplay avrà la forza necessaria a reggere l’intero impianto sulle proprie spalle. Stando infatti alle parole degli sviluppatori, Naughty Bear è un gioco da una decina di ore se affrontato in modalità casual ma molto più longevo se approcciato con spirito hardcore, con lo scopo di sbloccare tutto lo sbloccabile.
Basterà allora il carisma del personaggio a tenerci incollati ai monitor? Il protagonista del gioco, per quanto sadico, non ha certamente lo stesso appeal della strega dei PlatinumGames, ma è inutile dire che un giudizio definitivo lo potremo dare solamente in sede di review. Quel che è certo è che, tecnicamente parlando, si tratta di un prodotto gradevole ma che non pare eccellere sotto alcun punto di vista, sebbene vada detto che la versione presentata era ancora in fase di polishing.
In preda a queste meditazioni di alta ‘ludosofia’ esistenziale, nonché consapevole di avere ormai sviscerato (il termine è volutamente contestualizzato) il gioco in tutte le sue parti, non mi resta che salutarvi rimandandovi alla recensione, e tornare alla mia vita quotidiana: “Quaaarantaquattro gatti in file per tre col resto di dueee”…