Patapon 2
Questa è Spartaaaa...PON.
Certe volte la ragione proprio non basta a spiegare alcuni colpi di fulmine. Emozioni istintive, permeate da quella pura scintilla di innamoramento che ti sorprende sovrastandoti in tutto e per tutto, lasciandoti confuso ed estasiato dinnanzi a quella che è una vera e propria magia.
Esattamente così mi sono sentito, più di un anno fa, dopo aver provato per la prima volta Patapon. Se seguite il nostro network forse mi avrete già inquadrato: confesso di essere un feticista di tutto ciò che è sperimentale e "diverso", e non riesco a non rimanere affascinato da bizzarre alchimie audiovisive come certe deliranti opere di assoluti geni quali Keita Takahashi (ovvero Mr. Katamari Damacy/Noby Noby Boy..) o Tetsuya Mizuguchi (il papà di capolavori quali Rez e Lumines..). Come tale non potevo ovviamente restare indifferente al cospetto della creatura di Hiroyuki Kotani, atipico mix di musica, azione e strategia capace di esaltarmi come pochi altri titoli (nella storia) hanno saputo fare.
Già, perché Patapon possedeva davvero tutti gli ingredienti ideali per fare impazzire me e quelli come me. Incominciando ovviamente dal carisma della sua roboante estetica, frutto della collaborazione con il visionario designer francese Rolito. È infatti sul suo splendido sito che sono nati, quasi per caso, gli irresistibili guerrieri monocoli diventati in seguito protagonisti del videogame (la leggenda vuole che navigando per il web Kotani si sia imbattuto fortuitamente nella fantasmagorica pagina web di Rolito, e da lì sia nato tutto...).
A dispetto dell'indiscutibile carattere degli indomiti combattenti occhiuti o della bellezza semplice eppure mozzafiato degli scenari, così sapientemente costruiti sul contrasto di nero e colori, Patapon non è comunque uno spocchioso showcase un po' alternative di forma priva di qualsivoglia sostanza. L'essenza del gioco pulsa infatti con un vivace cuore di rhythm game assolutamente fuori dall'ordinario, capace grazie ad una serie di trovate ludiche di coinvolgere l'utente in maniera a dir poco totalizzante.
Complice l'assenza quasi completa di indicazioni visive a schermo, giocare a Patapon vorrà allora dire provare sulla propria pelle un'esperienza musicale inebriante, guidati solo e soltanto dal proprio ritmo interiore. Niente hud in stile Guitar Hero insomma, qui per impartire gli ordini dovrete semplicemente ascoltare le indicazioni vocali dei vostri buffi esserini belligeranti, traducendo le vostre direttive di guerra in ordini musicali cadenzati in 4/4. Volete far avanzare il vostro esercito tribale? Niente di più facile: premete la sequenza di tasti corretta (nella fattispecie PATA PATA PATA PON, ovvero Quadrato Quadrato Quadrato Cerchio...) e vedrete i vostri occhietti marciare senza paura, ovviamente danzando a tempo di musica. Il nemico è schierato dinnanzi a voi e vi sovrasta numericamente? PON PON PATA PON, un attacco per dimostrare il coraggio ed il valore dei vostri guerrieri canterini.
Se a leggersi la faccenda vi sembra complicata sappiate che PSP alla mano le cose funzionano a meraviglia, con anzi un'istintiva accessibilità non comune. Un'avvertenza però: nel giro di qualche minuto finirete con l'entrare in un vero e proprio stadio di trance audiovisiva (complici pure le cuffie più o meno indispensabili...), pensando e agendo in 4/4 anche una volta spenta la console. Perché non sarete mai voi a giocare Patapon, sarà lui a giocare voi.
Ma le sperimentazioni e le stranezze non sono certo finite qui: su questo scheletro ritmico Kotani ed il team Pyramid hanno infatti inserito un'interessante struttura da strategico sui generis, con un intero esercito da customizzare e numerose battaglie da condurre. Che vi troviate davanti un colossale boss aracnide o una coriacea legione di avversari arroccati nelle loro fortificazioni poco importa: in qualità di protetta guida pataponica dovrete impartire i giusti ordini anticipando le mosse nemiche e "leggendo" con attenzione alcuni fondamentali dettagli visivi quali condizioni atmosferiche e direzione del vento.Niente di troppo puntigliosamente complesso o eccessivamente rognoso, intendiamoci: Patapon è e rimane prima di tutto un gioco musicale, anche se l'idea di inserire una componente strategica oltre a conferire un certo carattere riesce a rendere il gameplay ancora più ricco e gustoso.