Shin Megami Tensei: Persona 4
L'ultimo grande JRPG per PS2.
Il nostro personaggio sarà l'unico in grado di fondere i Persona acquisiti a discrezione del giocatore, dando così vita ad esemplari sempre più rari e potenti. Le meccaniche di fusione tengono ovviamente conto dei parametri dei rispettivi componenti, offrendo una notevole varietà strategica a seconda del nemico da affrontare.
Siamo felici che sia stato mantenuto l'attacco in gruppo: qualora i nemici si trovassero tutti schiantati al suolo, avremo modo di riunire ciascun membro del party e infierire con un caotico quanto divertente spettacolo pirotecnico di pugni e calci. Roba che fa bene al cuore, soprattutto contro gli avversari più ostici.
Graficamente non siamo troppo distanti dal terzo capitolo, e non possiamo che ravvisare uno standard qualitativo non certo all'altezza delle possibilità hardware di PS2. Il titolo mantiene però un inconfondibile fascino nel design dei personaggi, nella qualità delle cut-scene e nella vastità delle location da visitare. La stravaganza estetica dei Persona e di alcuni boss farà presto dimenticare quella che è una defaillance tutto sommato trascurabile. Nota di merito invece per il sonoro, che a dialoghi ottimamente recitati (interamente in inglese, così come i sottotitoli) affianca musiche molto più eterogenee rispetto al passato. Sono ancora presenti brani squisitamente j-pop, talmente orecchiabili da risuonarvi in testa per settimane.
Persona 4 risulta in definitiva un acquisto obbligato per tutti gli appassionati del genere. I neofiti faranno forse un po' più fatica a familiarizzare con le dinamiche del gioco, ma i tre gradi di difficoltà contemplati ben si adattano alle personali esigenze delle più svariate tipologie di giocatori. Chi invece ha amato alla follia il titolo precedente può benissimo procedere all'acquisto senza alcun timore, consapevole di avere tra le mani l'ultimo grande capolavoro destinato all'intramontabile PS2. L'unico difetto del gioco, almeno per una parte dell'utenza italiana, potrebbe essere rappresentato dalla mancata localizzazione nella lingua di Dante. Se ciò sia un deterrente o meno, lo lasciamo decidere a voi. Una cosa è certa: Atlus ci ha offerto il modo migliore per salutare degnamente la gloriosa console Sony, e per questo gli siamo infinitamente grati.