Prototype
Quando i superpoteri non bastano...
Così come il recente inFamous, anche Prototype segue il più classico dei filoni narrativi dei fumetti Marvel/DC Universe, dove troviamo l’eroe con i suoi superpoteri intento a difendere la sua città dai cattivi. L'eroe si chiama Alex Mercel, vittima involontaria di un potente virus capace di alterare forza, velocità e sembianze del soggetto, rendendolo simile ad un mostro pronto a causare morte e distruzione uccidendo qualsiasi cosa gli capiti a tiro. I cattivi invece sono quelli del governo americano (tanto per cambiare), al cui controllo il virus di cui sopra è decisamente sfuggito
Siamo davanti all’ultima produzione Activision, una produzione importante, attesa, attorno alla quale è stato montato un hype mica male, nei mesi precedenti la release. E’ il 1969 quando ad Hope, Idaho, località degli Stati Uniti che si affaccia sul mare, gli USA decidono di testare sulla popolazione locale un nuovo agente patogeno denominato Blacklight, spacciando ovviamente il tutto per una semplice esercitazione militare per la prevenzione di un eventuale attacco nucleare.
I cittadini, entusiasti e allo stesso tempo inconsapevoli, accettano di buon grado la proposta facendosi somministrare volontariamente il siero sconosciuto che avrebbe fornito una migliore e più prestante condizione fisica. Proprio come in Resident Evil, il Blacklight muta però l’aspetto fisico e l’aggressività dei cittadini trasformandoli in veri e propri mostri assassini. A questo punto le autorità decidono di porre in quarantena l’intera città insabbiando tutta la vicenda. Siamo dunque davanti ad una trama abbastanza banale, trita e ritrita ma di sicuro impatto sul pubblico odierno, qualcosa che va certamente bene per un remake del film 28 Giorni Dopo.
50 anni dopo le vicende che vi abbiamo appena narrato, a New York scoppia inaspettatamente un’epidemia: ancora Blacklight. Magari è caduta per strada una fialetta ad un agente un po’ troppo sbadato, chi lo sa. E qui entriamo in scena noi nei panni di Alex Mercel, nome in codice Zeus, considerato come il prototipo zero, instabile ed altamente pericoloso. Alex si risveglia in un obitorio della città e si accorge di avere degli strani poteri, di essere un vero e proprio mostro e decide di farla pagare ad ogni costo a chi l’ha ridotto in quello stato.
Prototype è un classico sandbox, ovvero un gioco dove siamo liberi di esplorare l’intera area (generalmente una città) completando missioni primarie e secondarie ed interagendo con personaggi non giocanti qua e là, proprio come in GTA o inFamous. La particolarità del titolo in questione è che il protagonista è in grado di fare praticamente qualsiasi cosa, correre sui palazzi, lanciarsi da grattacieli planando al suolo o prendere quota come un uccello, trasformare i propri arti in armi letali e "assorbire" le persone acquisendone ricordi e sembianze. Quest’ultima abilità risulterà essere di estrema importanza per cogliere ogni sfumatura della trama, poiché soltanto tramite alcuni personaggi chiave potremmo acquisire i loro ricordi e capire quello che realmente ci è successo e sta succedendo alla nostra città.
La fase introduttiva di Prototype è quanto di più assurdo mi sia capitato di vedere nelle produzioni degli ultimi anni. Ci troviamo in mezzo alla città di New York, sotto un cielo rosso sangue, senza sapere né dove, né quando e né perché, con tutti (o quasi) i nostri poteri sbloccati e nel caos più totale. Macchine bloccate in mezzo alla strada, cittadini che si picchiano tra di loro, militari che sparano ovunque, infetti che fanno a pezzi qualunque cosa gli capiti a tiro. Il tutto contornato costruito attorno a una serie di missioni banali del tipo “elimina questo” e “vai lì”. Inoltre ci accorgiamo immediatamente degli sbalorditivi limiti tecnici del gioco, di cui parleremo però più avanti. Una volta terminata questa discutibile introduzione, le cose si fanno certamente più interessanti. Grazie a filmati di intermezzo di alta qualità torniamo indietro nel tempo, all’istante del nostro risveglio, cominciando finalmente l’avventura vera e propria.
Inizialmente il nostro personaggio, ignaro di cosa egli realmente sia e non conoscendo a fondo i propri poteri, è in grado di muoversi agilmente, di sollevare oggetti di grandi dimensioni, assorbire le persone e niente più. La capacità di evolvere i nostri arti in armi micidiali, certamente il parametro più spettacolare di tutto il gioco, verrà acquisita col tempo mano a mano che procederemo nella nostra avventura. Terminando missioni ed eliminando quanti più nemici possibili acquisiremo infatti punti esperienza con i quali poter sbloccare abilità combattive ed esplorative di diverso tipo (dal camuffamento allo scudo, dalla possibilità di saltare più in alto a quella di correre più velocemente e via dicendo).
Purtroppo la prima impressione avuta, sebbene un pizzico più varia proseguendo nel gioco, resta tale per tutta la durata dell'avventura: Prototype è un titolo per certi versi banale, specie sulla lunga distanza, ripetitivo e tecnicamente appena sufficiente. Il gameplay, sebbene possa risultare inizialmente divertente, non concede spazio a variazione alcuna. Le missioni vanno dallo sterminio totale all’eliminazione di obiettivi specifici grazie a elementi stealth derivati proprio dalla possibilità di assumere l’aspetto di qualsiasi nemico (militare o passante che sia).