Puzzle Agent 2
Il Layton dei Telltale è qui!
Quando l'anno passato Telltale decise di portare il gameplay collaudato del Professor Layton sugli schermi di PC e console, credo che neanche gli allibratori più scellerati avrebbero scommesso su un suo eventuale successo: una tipologia di gioco affinata per un dispositivo portatile rischiava infatti di male adattarsi alla sedentarietà di un mouse o di una tastiera.
E invece, dopo un episodio pilota dove abbiamo avuto modo di assaggiare la prima vera IP nata, cresciuta e sviluppata all'interno della software house californiana, eccoci qui a godere del secondo capitolo, testimone reale di quanto lo stile e la capacità di creare possano ancora fare la differenza.
Nella sua semplicità Puzzle Agent 2 è infatti in grado di proporsi come un titolo accattivante, finalmente scevro della pesante eredità che le licenze portano sulle spalle e libero di dare sfogo all’estro di plasmare un mondo e un contesto credibili, figli della visionarietà di quel genio che risponde al nome di Graham Annable.
Le avventure dell'ispettore Nelson Tethers, dipendente della sezione Enigmi dell’Fbi, cominciano così da dove si erano interrotte la volta passata, con il nostro non esattamente convinto di come sia stato chiuso il caso della serrata della fabbrica di gomme da cancellare.
Punto nell’orgoglio, decide pertanto di tornare a Scoggins, ancora ignaro dell’aver toccato solamente la punta di un iceberg che si rivelerà essere molto più grande di quello che avrebbe potuto immaginare.
E così, fra fratellanze, misteriose sparizioni, antropologi, nani e ispettori della polizia poco amichevoli, il nostro dovrà districarsi fra i vari enigmi che compongono la narrativa di questo titolo, sospeso fra il pragmatismo di un fedele dipendente dell’FBI e l’onirismo di una storia che in alcuni frangenti sembra quasi una parodia del primo X-Files.
E’ giusto però chiarire che per la piena comprensione della stessa sarebbe buona cosa che abbiate nel vostro bagaglio anche il primo episodio made in Telltale in quanto i rimandi e i riferimenti si sprecheranno, tanto che, per fare una metafora in tema, avrete la netta impressione di un puzzle che via via si completerà dando delle risposte a domande rimaste aperte la volta precedente, aprendo al contempo altri punti interrogativi.
Come detto in apertura il grosso del gioco si basa sulla risoluzione di una serie di enigmi che gli abitanti dell’amena cittadina del Minnesota non lesineranno a proporvi, ognuno dei quali vi consegnerà una valutazione a seconda della vostra bravura nel risolverli e dal numero di errori o aiuti che vi troverete ad utilizzare.
L’interfaccia è ridotta ai minimi termini così come i movimenti del personaggio che, nonostante sia presentato in terza persona, si sposterà per le varie schermate solamente cliccando sui alcuni hot spot che determineranno un ‘azione, sia questa l’attivazione di un enigma, un dialogo con un personaggio o la visualizzazione di un elemento. Zero inventario, zero oggetti da portarsi dietro, il massimo della semplicità.