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R-Type Dimensions

Il passato non si dimentica.

Quella di R-Type è storicamente una serie di sparatutto a scorrimento orizzontale famosa per il grado di difficoltà non certo accomodante con l'utente. Parliamo infatti di un franchise in cui l'ambizione del giocatore medio è soltanto quella di sopravvivere piuttosto che di arrivare a punteggi astronomici: del resto la gioia nel completare stage complessi come quelli della creatura Irem è un riconoscimento di per sé assolutamente sufficiente per molti.

Non per tutti però, come ben sa SouthEnd Interactive, lo sviluppatore di questo R-Type Dimensions. Esistono infatti schiere di appassionati decisamente hardcore che investono ore ed ore alla ricerca della strategia perfetta, studiando ogni minimo dettaglio per arrivare a score vertiginosi impensabili per l'essere umano qualsiasi: a costoro deve avere indubbiamente pensato SouthEnd Interactive ponendo un'assoluta enfasi sulle leaderboard online e sulla costante e progressiva registrazione di qualsiasi statistica virtualmente immaginabile, punti forti a favore di quest'ultimo nato nella longeva saga spaziale.

Ma facciamo un piccolo passo indietro, step indispensabile per capire meglio la natura del prodotto oggetto di questa review: R-Type Dimensions riunisce in un unico pacchetto i primi due capitoli della serie seminale di Irem, anche se a differenza di tante altre uscite anni '80 su Live Arcade qui si può davvero parlare di un vero e proprio testamento d'amore da parte dello sviluppatore. Non è infatti possibile definire il gioco come un porting o una mera conversione: entrambi gli episodi sono stati ricreati da zero dai creatori (occidentali) dello sparatutto fumettoso XIII, al fine di beneficiare al massimo delle possibilità offerte dall'alta definizione. Il tremendo investimento di tempo ed energie viene in qualche modo riflesso dal costo finale del prodotto: quei 1200 Microsoft Points (14.40 Euro circa...) che, ne sono certo, faranno storcere il naso a qualcuno, dissuadendo all'istante molti potenziali acquirenti. Sarebbe però un errore abbastanza imperdonabile non dare una chance ad un piatto così ricco e gustoso: dopotutto R-Type è sempre stato famoso per la difficoltà pari almeno alla qualità dell'offerta.

Lanciato nel 1987, a due anni di distanza dal debutto nelle sale giochi di Gradius di Konami, R-Type si rivelò immediatamente come qualcosa di unico e peculiare: complesso nel design e piuttosto lento se paragonato agli altri shoot 'em up sulla piazza, R-Type introdusse soluzioni ludiche capaci di distinguerlo dai competitor facendo innamorare i fan. L'innovazione principe è senza dubbio rappresentata dalla Forza, un potentissimo pod rilasciato da alcuni particolari nemici utilizzabile tanto come scudo quanto come arma vera e propria.

Tutte le armi speciali dell'originale R-Type sono presenti nel seguito, insieme ovviamente a gustose novità.

Volando attraverso la Forza andrete allora ad agganciarla al muso o al retro della vostra navetta, incrementando così potenza di fuoco e difesa. Premendo il tasto X lancerete la Force verso i nemici, e potrete poi decidere se lasciare il vostro modulo di supporto libero di agire in maniera autonoma o se richiamarlo a destinazione. Vi ritroverete così a controllare due elementi diversi (ciascuno con le rispettive caratteristiche e debolezze...) in maniera simultanea, per un sistema di gioco ingegnoso e ancora oggi attualissimo.

La principale novità introdotta da R-Type Dimensions è comunque un'altra, vale a dire la possibilità di alternare on the go la classica visione 2D degli originali con un'inquadratura vagamente isometrica pensata per esaltare la visualizzazione 3D creata per l'occasione da SouthEnd Interactive. La transizione tra i due stili avviene in qualsiasi momento tramite la semplice pressione del tasto Y, ma a dispetto della bellezza del tutto difficilmente vi ritroverete a switchare freneticamente tra due e tre dimensioni (rendendo così la possibilità di farlo un gimmick pure un po' pretestuoso). Qualsiasi sia la vostra visualizzazione preferita, indubbiamente non potrete rimanere indifferenti dinnanzi ai claustrofobici paesaggi di chiara matrice Gigeriana, con affascinanti ibridi biomeccanici a farla da padrone. Sono insomma trascorsi anni, ma l'impero Bydo fa ancora la sua porca figura.