Esclusivo:RACE Pro
Gran Turismo chi?
Per quanto io possa essere massiccio, ci crediate o no, ai tempi dell'università viaggiavo su una Mini. Una vera Mini, tipo quella di The Italian Job. Non il remake-pacco con Mark Whalberg, ma l'originale degli anni '60 con Michael Cane. O, se preferite, quella guidata in modo assassino da Mr. Bourne per le strade di Parigi. Amavo quella macchinetta perchè era piccola, cattiva. La mia era grigia metallizzata, coi vetri azzurrati e aveva un pezzo di marmitta in meno che la faceva rombare un bel po'. La amavo alla follia, amavo quella sensazione di avere il mio sederone a pochi centimetri dall'asfalto, le contorsioni per entrare e uscire, quell'attitudine particolare che la rendeva speciale e che rende speciali tutte le Mini originali e che puoi avvertire solo quando le guidi. E la prima macchina che potrete guidare nella modalità carriera di RACE Pro, debutto di SimBin su console, è proprio una Mini, realizzata dallo studio svedese trasferendo nella sua incarnazione digitale tutta l'intangibile e unica magia che solo lei può trasmettere.
Si tratta di quella sorta di "prima impressione" estremamente positiva che può adattarsi estremamente bene all'intero gioco nel suo complesso e che conferma quanto di buono siano riusciti a fare gli sviluppatori svedesi, traghettando con successo da PC a console il marchio di fabbrica della loro nota serie GT: attenzione per la fisica e comportamento realistico dei veicoli su strada. RACE Pro può anche non essere un titolo (inteso come..."titolo" e non come "gioco") particolarmente ispirato, ma va bene lo stesso. La storia dei videogiochi, infatti, è costellata da prodotti che sulla copertina strillano cose tipo Super-Mega-Ultra-Ultimate-Power-Turbo-Uau per poi rivelarsi, ahimè e ahi-loro, totali schifezze. Questo gioco è invece realizzato da gente che ne sa di racing, forse lo studio con più competenze al mondo, e potesse aiutare o dovesse interessare a qualcuno tra l'altro, il fondatore di SimBin Henrik Roos è anche stato un pilota professionista del circuito GT Championship. Ecco spiegata anche la "faccenda" del Pro.
I titoli per PC realizzati dalla compagnia di Mr. Roos si sono guadagnati legioni di fan fedeli e appassionati, ma il vero motivo della loro fama risiede nell'approccio estremamente simulativo del gameplay. Ora, tutti sappiamo quanto possano essere supponenti alcuni giocatori PC e come spesso giudichino male i "consolari". La domanda, a questo punto, potrebbe essere: ce la faranno queste mezze calzette armate di joypad a confrontarsi con la spietata ferocia della realtà o si schianteranno come manichini di un crash test? In effetti, per come stanno le cose, non corrono nessun rischio del genere. RACE Pro è profondo, ma offre anche un intelligente sistema di training che consente di imparare, seguendo una curva di apprendimento non troppo ripida che aiuta a trovarsi nel bel mezzo del gioco quasi senza accorgersene. Praticamente il gioco di corse hardcore più accessibile che sia mai arrivato su di una console.
Cuore del gioco, come sempre, è la modalità carriera nella quale potrete confrontarvi con otto gruppi differenti di gare, ciascuno dei quali contiene a sua volta fino a sette diversi contratti. Potrete ottenere una sorta di licenza di guida, tramite i crediti che avrete accumulato durante le gare precedenti. L'importo che pagherete, tuttavia, sarà variabile e dipenderà dal risultato del test di "ingresso": passatelo e il vostro contrattino costerà sensibilmente di meno ma se proprio non ce la fate, o eventualmente non vi frega niente di guadagnare l'ingresso nel nuovo livello con onore, potrete lasciar parlare i soldi e ottenere l'accordo ugualmente.
La flessibilità è un concetto che sembra sottendere all'intero gioco e potrete confrontarvi con diversi livelli di difficoltà per ogni contratto, scegliendo se affrontare quel set di gare a difficoltà amateur, semi-pro o pro. Logicamente, maggiore la difficoltà più alto sarà il premio in caso di vittoria ma vi assicuro che gareggiare al "massimo" e portare a casa risultati non è poi così facile perchè ogni possibile "aiutino" viene impietosamente azzerato. Ai livelli bassi, invece, le cose sono più semplici e i principianti potranno scalare via via la loro esperienza di gioco usando o togliendo gli aiuti per la frenata, il controllo di trazione, la stabilizzazione del mezzo e la traiettoria. Un po' per volta vi troverete a voler provare, a osare sempre di più e a cercare di fare da soli, ottenendo in cambio una gran bella soddisfazione e tanto appagamento.
In pista vi renderete conto di quanto importanti siano in effetti queste opzionicine. Correre a livello pro mette in mostra tutte le qualità simulative del gioco, fisica e comportamento su strada dei veicoli in primis, ma lascia anche addosso una certa frustrazione a chi non è completamente votato alla causa dei giochi di corse. Il problema, se di un problema si tratta, è che non bisogna limitarsi a capire in fretta i concetti avanzati della guida sportiva ma, contestualmente, è necessario riuscire a trarre vantaggio da essi di solito a velocità orrende. Ogni auto, a partire dalla mia cara e vecchia Mini fino a una varietà di Audi, Viper e Formula BMW, si comporta sensibilmente in modo diverso dal momento in cui vi metterete al volante. La sensazione di inerzia che sperimenterete nel cuore di una curva, il senso di accelerazione e di brivido alla chiusura di un sorpasso, sono elementi inclusi con formidabile naturalezza nel gioco, tanto che ogni miglioria che deciderete di apportare alla vostra vettura sarà più spinta dall'instinto che dal freddo desiderio di un incremento di prestazione. La sfida si concretizza, finalmente, non soltanto nel conoscere a memoria i tracciati (come succedeva con Gran Turismo), ma nell'affrontarli in modo adeguato a seconda dell'auto con la quale si sta correndo. Una curva familiare, conosciuta, fatta centinaia di volte, può infatti diventare nemica se affrontata con troppa sicurezza al volante di un mezzo che ancora non si conosce a sufficienza.