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Red Faction: Armageddon

L’apocalisse cooperativa è su Marte!

Diciamoci la verità: la stragrande maggioranza degli appassionati di sparatutto non si sta strappando i capelli nell'attesa di mettere le mani su Red Faction Armageddon. Dopo la gloria iniziale di alcuni anni fa, le ultime uscite non del tutto azzeccate hanno impedito a un brand interessante sotto il profilo di trama, ambientazione e gameplay, di imporsi sulla concorrenza più o meno blasonata.

Eppure Red Faction Guerrilla è stato il classico esempio di una piacevole sorpresa che ha colpito tutti per quanto riguardava la devastabilità delle ambientazioni e un gameplay particolare, che lo ha portato a vendere un buon numero di copie.

A distanza di due anni Volition ci riprova proponendoci il quarto capitolo della serie intitolato Red Faction Armageddon, in cui cambiano completamente i presupposti su cui si basa la serie rimanendo nello stesso contesto di un Marte distrutto da una terribile guerra civile. Solo che stavolta, al posto di scannarsi tra fratelli marziani, ci troveremo ad affrontare un'orda di alieni intenzionati a invadere il pianeta rosso, anche in multiplayer.

Ecco la squadra al gran completo: una compilation di bastardi come non se ne vedevano da tempo.

In questa sede, infatti, analizzeremo nel dettaglio proprio il multi cooperativo di Armageddon che, a dispetto di quanto proposto in passato, non sarà competitivo ma solo cooperativo. La modalità Invasion è infatti pensata per mettere uno due, tre o quattro giocatori contro innumerevoli ondate di xenomorfi, da respingere cercando di collaborare al meglio nelle situazioni che il gioco ci mette di fronte.

Queste sessioni di gioco sono ispirate alle vicende che giocheremo in modalità singleplayer: come specificato dallo stesso produttore associato Roje Smith, i motivi dietro a una scelta così radicale che butta a mare tutta l'esperienza e il pubblico acquisiti con il multiplayer di Guerrilla, sono numerosi e ben ponderati.

"Per Armageddon, a prescindere dalla modalità di gioco che avremmo voluto introdurre, il punto centrale della produzione è stata sicuramente la storia e per questo anche il multiplayer avrebbe dovuto essere funzionale al concept che gli umani stanno combattendo per liberare Marte dalle creature che l'hanno invasa.

La scelta di realizzare un multiplayer cooperativo caratterizzato da elementi tipici del singleplayer è stata quindi obbligata, anche per la nostra precisa volontà di riempire i buchi nella narrazione che le vicende singleplayer si sarebbero lasciate dietro."

Le mappe della modalità Infestation sono un coacervo di pertugi e varchi da tenere d'occhio ogni microsecondo.

Le missioni giocabili permettono ampie possibilità di personalizzazione in termini di equipaggiamento: prima di lanciarsi nella mischia è possibile mettere mano a un'armeria ben fornita e scegliere con estrema accuratezza quale combinazione di strumenti di morte portarsi dietro per affrontare il livello scelto. Fin dalla lobby è quindi possibile capire che la componente tattica sarà molto importante visto che, agli alti livelli di difficoltà, è impossibile pensare di sopravvivere se non si dividono compiti e armamento con grande oculatezza.

L'assortimento è ottimo e abbondante, e deriva quasi totalmente dalle armi presenti nel singleplayer ma bisogna dire che, soprattutto per le armi speciali (bellissimo il generatore di buchi neri) Volition si è data parecchio da fare ottenendo ottimi risultati anche in termini di bilanciamento, che restituisce partite molto equilibrate sia all'inizio delle orde sia alla fine.

A un profano, il gameplay potrebbe sembrare una semplice variante di quello visto in azione in Gears of War e invece bastano una ventina di minuti di resistenza all'ultimo proiettile per rendersi conto di come ci sia molto di più di quello che sembra. La differenza è fatta essenzialmente dalla combinazione delle abilità sbloccabili e la devastabilità dello scenario che può essere usata in vari modi a proprio vantaggio.

Il trailer della modalità Infestation.
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