Resident Evil: The Darkside Chronicles
Zombie, pallottole e nostalgia.
Sì lo so, ormai è quasi una specie di sketch teatrale al limite del paradosso: si parla di Wii, si parla di uno shooter su rotaie, ed assolutamente a prescindere dalla qualità dello stesso iniziano i cori di "eh, ma a me il genere non piace, io avrei preferito un survival horror!" e gli immancabili "vabbé ma non potevano farlo come Resident Evil 5-4-3-2-1-0??".
Sarà che sono un fan del genere da tempo immemore (ah, ancora ricordo le 16.000 Lire spese con un amico per finire Jurassic Park: The Lost Word in sala giochi una buona dozzina di anni fa), sarà che non disdegno ogni tanto un videogame genuinamente arcade e senza fronzoli, ma davvero a prescindere dai gusti non mi sembra difficile capire che gli sforzi produttivi per creare uno sparatutto su binari e un action-adventure siano radicalmente diversi in termini di tempo e risorse economiche.
E contando la schizofrenica imprevedibilità del mercato Wii (settore in cui robaccia come Carnival Games stravende milionate di copie e perle come Zack & Wiki, ExciteBots o Little King's Story passano inosservati...), non riesco a prendermela con chi decide di rischiare ma non troppo investendo su progetti forse non sontuosi ma comunque assolutamente curati quali Dead Space: Extraction o The House of the Dead: Overkill.
Forte dei buoni riscontri del piacevolissimo primo capitolo Capcom ha così deciso di tornare alla ribalta con un nuovo Resident Evil in versione sparatutto, proponendo un prodotto capace di titillare le dolci fantasie dei fan storici della saga senza comunque dimenticare i niub.. ehm, l'utenza tipo della newgen N, teoricamente interessata ad esperienze di stampo prettamente pick up & play.
Sulla scia di quanto visto in Umbrella Chronicles anche Resident Evil: The Darkside Chronicles si rifà a episodi precedenti della serie, presentando eventi e location iconiche da nuove prospettive e approfondendo (invero abbastanza maluccio, anche se per questa volta vi saranno risparmiati i deliranti Power Rangers scomodati nel prequel) la pasticciata storyline dell'epopea horror partorita dal geniale Shinji Mikami nel lontano 1996.
In particolare il focus è su tre macrocapitoli opportunamente intrecciati tra loro: Ricordi della Città Perduta, che segue le vicende di Leon Kennedy e Claire Redfield narrate nell'indimenticato Resident Evil 2; Gioco di Oblio, dedicato a Code Veronica e incentrato sull'azione in quel di Rockfort Island di Claire e Steve Burnside; infine, Operazione Javier, avventura completamente inedita in cui Leon e Jack Krauser cercheranno di sopravvivere a un inspiegabile agguato in una zona decisamente selvaggia e sperduta del Sud America.
La narrazione è interessante ma non certo epocale, tra un flashback in CG ed un dialogo scritto abbastanza male e recitato pure peggio (va comunque detto che il doppiaggio scrausissimo si sposa tutto sommato bene con il feeling da B-movie proprio della saga...), eppure l'insieme funziona e convince: gli aficionado della vecchia formula di Resident Evil pre Las Plagas si sentiranno a casa e godranno non poco, esaltati dalla possibilità di rivivere momenti topici e di spulciare i numerosi extra accuratamente nascosti per i 24 livelli.