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Fahrenheit

Capolavoro o delusione?

Chi ha giocato ad Heavy Rain sa di cosa sia capace David Cage. Ma la fantasia di questo geniale game designer può andare molto oltre, anche troppo a volte. Questo, ad esempio, potrebbe essere uno dei suoi "brain-storming" prima della creazione del suo prossimo gioco:

"Ci troviamo in una città normale, qualche anno nel futuro rispetto ad oggi. La vita del protagonista viene stravolta dall'incontro con una ragazza e da una serie di eventi misteriosi, tra cui uno strano tornado che minaccia di tramutare tutta l'acqua del pianeta in pietra. All'improvviso arrivano degli strani alieni e sul finale ci starebbe bene anche una bella pioggica di macchine".

Scherzi a parte, mentre Heavy Rain è un gioco che concede poche incursioni nell'onirico e nel fantasy, rimanendo ancorato alla (tragica) realtà quotidiana dei fatti, titoli come Omikron e Fahrenheit, il cui inizio era tutto sommato normale, diventavano ben presto un viaggio verso la follia.

In particolare, la storia di Lucas Kane raccontata in Fahrenheit assomiglia inizialmente a quella di un thriller cinematografico come potrebbe essere Seven, ma si trasforma nel corso del gioco in una puntata de Ai Confini della Realtà, con un pizzico di X-Files.

L'inizio è mozzafiato. Dopo il divertente tutorial iniziale, operato dallo stesso Cage in versione "animata", si viene proiettati violentemente nella scena in cui Lucas accoltella un povero tizio nei bagni di un ristorante.

La regia è fenomenale e mostra quello che accade in quel bagno da diverse angolazioni, tutte drammaticamente brillanti. Lucas è una marionetta in preda a non si sa quale possessione, si vede un corvo, una figura vestita di nero circondata da candele, un bambino... brevi flash che hanno un impatto molto forte sul giocatore, il quale si ritrova poi improvvisamente a controllare Kane con l'obiettivo di "fare qualcosa". Ma cosa?

Non è decisamente il posto più igienico dove commettere un omicidio, non siete d'accordo?

Ed è qui che entra subito in gioco la genialità del gameplay ideato da David Cage. Al giocatore viene data la possibilità di scegliere tra tantissime opzioni: eliminare le macchie di sangue dal pavimento e darsi una ripulita per poi uscire con calma, oppure scappare via di corsa con il rischio di attrarre l'attenzione più del dovuto.

Si può anche gettare via l'arma del delitto e nascondere il cadavere per cercare di sviare le indagini, ma non c'è molto tempo. Una seconda inquadratura mostra due agenti di polizia entrare nel ristorante e bisogna pensare in fretta perché stanno venendo proprio verso il bagno.

A prescindere dalle scelte fatte il gioco va comunque avanti, dopo pochi secondi ci si ritrova nei panni di Carla e Tyler, due poliziotti della omicidi incaricati di indagare sull'omicidio che NOI abbiamo appena commesso.

Nel caso avessimo deciso in precedenza di nascondere il coltello o il corpo in una delle toilette, nei panni dei due agenti si viene chiamati a svolgere le opportune indagini, scovare indizi e trarne le dovute conclusioni. Quando indosseremo i panni di Carla e Tyler dovremo seguire le tracce del killer con tutti i mezzi possibili.

Ecco un tipo di split-screen completamente diverso dal solito.

Quando Fahrenheit uscì nel 2005, un inizio del genere creò nei giocatori delle aspettative enormi. Era qualcosa di mai visto. Un attimo prima si vestivano i panni del killer e subito dopo eravamo sulle tracce di noi stessi. Ci si doveva nascondere dai poliziotti e pochi minuti più tardi si vestivano i panni dei "cacciatori". Il gioco faceva grandi promesse... che purtroppo non sono state del tutto mantenute.

Questo particolare stile di narrazione, nonostante riuscisse a mantenere alto l'interesse del giocatore con continui cambi di ritmo e atmosfere eccezionali, era destinato a ritorcersi contro se stesso e a discendere sempre più velocemente verso la follia totale. L'inizio folgorante del gioco è stato, paradossalmente, la cosa che ha poi generato il senso di delusione provato dai giocatori alla fine dell'avventura.

Dopo aver portato a termine Fahrenheit si ha l'impressione che Cage abbia voluto esagerare, miscelando tra loro quasi tutti i generi esistenti e aggiungendovi le sue geniali intuizioni. In alcuni casi la ricetta funziona e sembra di trovarsi di fronte a qualcosa di estremamente brillante, quasi rivoluzionario. Spesso invece il risultato è fin troppo confuso e indigesto.

Vestire i panni dell'assassino inconsapevole, del fratello che cerca di aiutarlo e dei poliziotti che lo stanno cercando è forse troppo. L'idea di interpretare personaggi multipli è di per sé vincente, ma se questi vanno in netto contrasto fra loro il rischio di confondere il giocatore è pericolosamente alto.

Avatar di Daniele Cucchiarelli
Daniele Cucchiarelli: Lavora nel giornalismo videoludico da oltre 20 anni. Anche se tutti quelli che lo conoscono gli hanno consigliato di "trovarsi un lavoro serio", resta sempre fedele al suo primo amore.
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Fahrenheit

PS2, Xbox, PC

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