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Radiant! Zombie! Monster!
Radiant Historia
Chiunque si sia mai lamentato del declino dei JRPG, probabilmente non possiede un DS. In questi anni il portatile Nintendo ha ospitato la crema dei giochi di ruolo giapponesi dell'ultima generazione, e non è un'esagerazione affermare che Radiant Historia rappresenti uno dei più illustri esempi di questa categoria.
Il titolo rompe immediatamente con le convenzioni del genere, mettendovi nei panni di un personaggio che sembra già ben sviluppato. Niente orfanelli dagli occhi grandi che devono trovare il proprio posto nel mondo, qui Stocke è più un coprotagonista a cui viene chiesto d'interpretare il ruolo principale. Il classico guerriero solitario, temprato da mille battaglie, tutto sarcasmo e battutacce, che ammorbidirà il proprio carattere col procedere dell'avventura. Fortunatamente anche il resto del cast è altrettanto ben caratterizzato, e schiva con destrezza i vari cliché del genere.
Ovviamente alla base di tutto c'è sempre un mondo da salvare. Mentre la maggior parte del pianeta si sta lentamente trasformando in un deserto, due fazioni si danno battaglia senza pietà, contendendosi i pochi appezzamenti di terra fertile. Dopo aver assistito alla morte di due compagni, Stocke decide di tornare indietro nel tempo per riscrivere il passato, aiutato da un libro magico, creando così due linee temporali che s'influenzano e modificano a vicenda.
L'idea di correggere gli errori del passato è interessante ma certamente non originale, e anche se Atlus fa di tutto per dare varietà al concetto, non sempre riesce a nascondere la sostanziale linearità della trama. Inoltre, certi elementi non legano molto bene tra di loro e, una volta che inizierete a esaminare gli eventi che non vi tornano, la storia faticherà a reggersi sulle proprie gambe.
L'unica cosa da fare è non pensarci troppo e procedere a testa bassa, ignorando le incongruenze e godendosi semplicemente i drammatici effetti che le vostre scelte possono scatenare. Ad esempio, in una delle sequenze iniziali, Stocke salva una spia da una salva di frecce, solo perché sa in anticipo che verrà scagliata: uno dei tanti momenti creati ad hoc per farvi venire la pelle d'oca e darvi un'idea delle vostre possibilità.
A dare qualche brivido in più ci pensa un compositore veterano del panorama RPG, Yoko Shimomura, che accompagna ciò che avviene sullo schermo con un evocativo bouquet di temi musicali. Graficamente, invece, il gioco si attesta su livelli medi e, tolto lo stile "Escher in visita a Hogwarts" di Historia (il mondo fantastico in cui i due piani s'intersecano), i livelli di gioco non brillano per originalità e freschezza, e lo stesso si può dire per i modelli bidimensionali dei personaggi.
Ma anche se queste limitazioni palesano l'ingombrante presenza di un budget ridotto, il brillante sistema di combattimento dimostra che a una mancanza di fondi non deve necessariamente corrispondere una mancanza di idee, e ciò è reso evidente dall'ottimo sistema di combattimento. Con alcuni attacchi speciali è possibile spingere i nemici nelle retrovie riducendo le loro possibilità di danno, e concentrando più avversarsi in una sola casella sarà possibile colpirli tutti contemporaneamente. La possibilità di scambiare i turni vi permetterà di creare combo micidiali, ma vi lascerà anche completamente scoperti quando toccherà al nemico. Il ventaglio di scelte è quindi così ampio che vi farà apprezzare persino lo scontro più semplice, grazie anche a un ritmo di gioco che rimane sempre su livelli più che accettabili.
Radiant Historia non potrà vantare l'ampiezza e la rifinitura di Dragon Quest IX o lo spirito contemporaneo di The World Ends With You, ma alla sua maniera è comunque un titolo memorabile, che merita di sedersi al fianco dei migliori giochi di ruolo per Nintendo DS.
9/10