Saletta: “I videogiochi oggi tolgono pubblico a TV e cinema” - intervista
Il presidente di IIDEA (ex-AESVI): “La competizione è sul tempo libero e quindi lo è anche sul giro d'affari”.
I videogiochi non devono soltanto farsi notare dal Governo e dalle istituzioni in generale. Stanno competendo direttamente con TV e media tradizionali per una fetta di pubblico molto ghiotta: i giovani, soprattutto gli under 25. Ma tra le ambizioni di IIDEA, la "nuova AESVI", non c'è soltanto quella di far capire, una volta per tutte, che l'industria videoludica italiana già oggi è una realtà molto concreta, ma anche quella di garantire agli sviluppatori nostrani una vetrina per l'estero. Partendo da due fatti: fino al 90% del fatturato, gli studi italiani lo generano all'estero e gli sviluppatori nati nel nostro Paese sono ormai tantissimi. Pensiamo a grandi case di sviluppo come Milestone e Ubisoft Milan, ma anche a quelle medio-piccole: 34BigThings, Kunos Simulazioni, Ovosonico, Stormind Games, Invader Studios, Italo Games, Caracal Games, 3D Clouds e Gamera Interactive. La lista è lunga e in continua crescita.
Per rendere ufficiale una trasformazione dell'industria italiana, profondamente cambiata negli ultimi anni, serviva un'associazione nuova perché AESVI non bastava più. IIDEA, che sta per Italian Interactive Digital Entertainment Association, parte dal presupposto che, innanzitutto, il videogioco italiano ha come mercato il mondo. Un aspetto che lo distingue grandemente da altri media nazionali, come il cinema o la TV, che si rivolgono tipicamente a un pubblico italiano.
In secondo luogo, il videogioco ha molteplici forme e un'associazione di categoria che si rispetti deve rappresentare le esigenze di tutti. Ecco perché IIDEA avrà, diversamente da AESVI, un'unica governance e convoglierà, sia davanti alle istituzioni sia agli eventi internazionali, le sue tre anime: editori, sviluppatori ed esport. Dal "cerbero AESVI" è nato un "drago IIDEA": un'entità unica, più coesa e meglio organizzata.
Resta ancora aperto, invece, il nodo tax credit per la produzione dei videogiochi. Approvato insieme con la Legge Cinema nel 2016, è fermo a causa dell'assenza di un decreto attuativo. La speranza è che la proposta che tra poche settimane l'Italia invierà all'Unione Europea sia un passo in avanti e che l'intera vicenda possa essere conclusa entro la fine dell'anno.
Per capire meglio i contorni del punto di partenza da cui AESVI ha voluto rilanciarsi per dare forma a IIDEA, abbiamo parlato con Marco Saletta, presidente dell'associazione e anche general manager di Sony Interactive Entertainment Italia.
Eurogamer: Il videogioco in Italia ha un giro d'affari da 1,7 miliardi di euro. Il cinema ne fa 638 milioni. Perché il videogioco deve ancora farsi notare dalle istituzioni?
Marco Saletta: La risposta è già nella domanda. Oggi si combatte per uno spazio d'intrattenimento che è sempre più affollato. Il videogame sta stravolgendo il mondo dell'intrattenimento e sta guadagnando consensi quasi anomali rispetto allo scenario che citavi. Il cinema, la TV e i media tradizionali hanno tradizioni culturali enormi. Il videogame sta stravolgendo questi concetti, soprattutto negli ultimi 2-3 anni con gli esport. Certi fenomeni, che erano imprevedibili, stanno togliendo spettatori da un target specifico, ossia i 15-25enni che prima fruivano essenzialmente della TV e, forse, negli ultimi anni di web. Li sta togliendo fuori dal gioco.
Quindi [nei media tradizionali] si sta perdendo un pubblico che prima era fondamentale per il giro d'affari, per il business e per tutto quello che serviva a polarizzare attorno ai media tradizionali l'opinione pubblica.
Eurogamer: Sembra quasi che tu voglia affermare che le istituzioni vogliano difendere lo status quo...
Marco Saletta: Non parlo di Stato, ma di modus pensandi: il nuovo spaventa sempre. Credo che abbia spaventato, in particolare, la velocità con cui l'audience sia passata dai media classici ai videogame. Un italiano su 3 videogioca, ma 10 anni fa la stessa persona era in TV e, in misura minore, sul web.
La competizione è sul tempo libero e di conseguenza sul giro d'affari che si genera all'interno di questo media.
Eurogamer: Lo stesso CEO di Netflix disse che il suo concorrente era Fortnite.
Marco Saletta: Se guardi la TV, non videogiochi e se videogiochi, non sei sul web. La share of entertainment che ciascuno di noi può avere su un target così rilevante come quello dei 15-25 anni è molto forte. Presto arriveranno altre piattaforme, come Disney+, e sarà una competizione ancora più dura. La vincerà chi saprà offrire i contenuti migliori e oggi la sensazione è che i videogiochi abbiano contenuti molto interessanti per questo target.
Eurogamer: Per il 2020 avete un programma ricco e un sito tutto nuovo, ma non manca l'interesse stesso, da parte degli italiani, nel cercare ulteriori informazioni sui videogiochi?
Marco Saletta: La responsabilità di AESVI è di non aver saputo cogliere questa domanda in anticipo. Siamo stati lenti a reagire a una richiesta di cambiamento che dalla base arrivava già da qualche anno. Speriamo di aver colmato un divario che oggettivamente era visibile a tutti.
Eurogamer: Cosa mancava più nel dettaglio?
Marco Saletta: Mancava un respiro internazionale, un posizionamento. Tutto, dall'acronimo al nome esteso, ti posiziona. Non siamo solo l'associazione degli sviluppatori, ma siamo anche intrattenimento digitale ed è un'altra cosa. Stiamo cercando di guardare all'estero perché gli sviluppatori italiani fatturano più dell'85% fuori dall'Italia. Questo riposizionamento dovrebbe aiutare proprio loro.
Un'industria è tanto importante quanto riesce a generare fatturato al proprio interno e oggi il videogame per il 90% è semplice valore aggiunto per lo Stato. La produzione è ancora bassa. IIDEA deve aiutare a generare più fatturato all'interno del sistema e permettere di aumentare l'occupazione, i fatturati e la credibilità del sistema imprenditoriale.
Eurogamer: Passando da AESVI a IIDEA, da "videogioco" a "interactive digital entertainment", non si perde un po' di italianità?
Marco Saletta: Direi di no. All'interno del logo ci sono interessanti declinazioni per l'internazionalizzazione. Crediamo che sia il vero step decisivo per affermare l'internazionalità della nostra industria.