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Shin Megami Tensei: Strange Journey

Demoni da collezione.

Recentemente un mio amico, si domandava come mai i GdR andassero ancora di moda quando giochi come Call of Duty e FIFA sembrano aver fatto il vuoto. Poi la discussione si è spostata sul fatto che serie del calibro di Final Fantasy e Dragon Quest sono arrivate all’ennesimo capitolo di successo e non hanno intenzione di cedere il passo.

C’è, inoltre, una terza saga giapponese che ha fatto la differenza in questi anni. Potremmo dire istintivamente Pokémon, ma a una più attenta analisi ci torna in mente Megami Tensei, conosciuto anche come MegaTen. Un gioco di grandissimo successo nella terra del Sol Levante ma non così popolare in Occidente, una serie che si è affiancata lentamente a Final Fantasy e che include un buon numero di spin-off, incluso Shin Megami Tensei, Devil Summoner, Digital Devil Saga e Persona.

Shin Megami Tensei: Strange Journey è il secondo titolo appartenente alla serie MegaTen che arriva su DS, dopo il Devil Survivor dello scorso anno, ma piuttosto che essere un GdR tattico oppure di stampo action, Strange Journey fa tornare il gioco alle origini dell’esplorazione dei dungeon in prima persona.

Le fasi lunari hanno una certa incidenza a livello di giocabilità.

La storia prende spunto da una fiction di stampo demoniaco. Un gruppo composto da ingegneri, soldati e scienziati è stato mandato nelle terre dell’Antartide per investigare su una strana anomalia chiamata “Schwarzwelt” che si sta sviluppando in quella zona. Ma una presenza diabolica segnerà per sempre quella spedizione...

Come abbiamo già accennato la trama di gioco è di ispirazione demoniaca. Un soldato senza nome entra in contatto con il Demon Summoning Program, che gli permette di vedere delle creature malefiche altrimenti invisibili. Sarà, dunque, un viaggio all’interno di otto dimensioni, in cui dovremo impedire che la Terra venga invasa dalle forze del Male.

La storia viene raccontata con una buona quantità di testo scritto e con molteplici scene d’intermezzo il più delle volte statiche. La localizzazione della versione giapponese è stata realizzata con attenzione. Una storia che, pur non essendo particolarmente originale, è comunque coinvolgente.

Tramite un sistema di password, possiamo condividere con gli amici i vari demoni che abbiamo acquisito con il tempo.

Ma ogni altro elemento che costituisce Strange Journey ha un ruolo secondario rispetto al suo sistema di combattimento. A prima vista la sua struttura è abbastanza semplice da capire: si attacca a turni, selezionando vari tipi di mosse da un menu piuttosto familiare come meccanica. Ma Atlus ha affiancato a questa formula classica un sistema di summon molto particolare.

Durante la battaglia il nostro rapporto con l’aspetto demoniaco del gioco sarà strettissimo, grazie al fatto che indossiamo una sorta di tuta demoniaca da combattimento. Evocare una creatura malefica non significa soltanto variare il tipo di attacco ma anche prendere una certa posizione, dato che ognuna di esse ha un diverso allineamento. Questo può essere positivo, neutrale oppure negativo e avrà un impatto sul tipo di demone che andremo a reclutare.

MegaTen ha un vasto catalogo di creature, come ad esempio Mara e Misaguji oltre alle new entry Grendel e Manticore. Ci sono ben 44 diverse specie di demoni. Ognuno di essi si ispira a differenti culture: cristiana, buddista, greca, egizia, azteca, babilonese e anche a quella shakespiriana.