Soulstice Anteprima, dall’Italia al Sacro Regno di Keidas
Un action RPG nostrano al femminile dai toni dark fantasy.
Sviluppare videogiochi in Italia, come si può ben immaginare, non è un’impresa facile, ma gli studi di sviluppo nostrani ci hanno dimostrato ripetutamente di essere in grado di sfornare delle chicche di qualità che non hanno nulla da invidiare ai titoli più blasonati. E l’ultima fatica dei Reply Game Studios non fa eccezione.
Dopo Theseus e Joe Dever’s Lone Wolf, il team di sviluppo milanese torna sulla scena videoludica con Soulstice, un action RPG ispirato a opere dark fantasy giapponesi come Berserk e Claymore e pubblicato da Modus Games, che già in passato si è legata al mondo dell’indie italiano con Remothered: Broken Porcelain.
Sin dalle prime immagini di gioco emerge un primo tratto distintivo di Soulstice, ovvero la presenza di un duo di protagoniste, Briar e Lute, che conferiscono al titolo un’impronta ben precisa sia dal punto di vista narrativo che nel gameplay. Briar e Lute sono due sorelle cui anime sono state fuse in un rituale magico rinascendo in una Chimera, guerriera dalle incredibili abilità in grado di combattere contro le forze malvagie che assediano il Sacro Regno di Keidas.
Briar dura e determinata, Lute più fragile e sensibile: le due sorelle incarnano un dualismo che si riflette, come rimarca il Game Writer Samuele Perseo, anche nel mondo di gioco in cui l’energia sprigionata dagli squarci nel Velo ha un impatto devastante, modificando l’ambiente ed evocando orde di spietati nemici.
Il gioco si apre con Briar e Lute che approdano nella città di Ilden, ormai in rovina a causa di Spettri, Corrotti e Posseduti che l’hanno messa a ferro e fuoco, sotto richiesta dell’Ordine della Lama di Ashen. A noi spetterà controllare Briar, coraggiosa guerriera da mischia, mentre Lute, che segue la sorella ovunque vada sotto forma di spirito, è controllata principalmente dall’AI e solo in parte da noi giocatori.
Dopo pochi istanti ci ritroviamo catapultati nelle prime battaglie in cui emergono gli elementi hack and slash di Soulstice, dando ai combattimenti un ritmo concitato ma non confusionario: mentre Briar respinge i nemici in una battaglia corpo a corpo, Lute potrà attaccare a sua volta se useremo il comando relativo al momento giusto. Il tempismo è una componente fondamentale del combat system: infatti, alternando gli attacchi di Briar e quelli di Lute riempiremo la barra dell’Unità, necessaria per rilasciare tutto il potenziale delle due sorelle in una mossa dalla grande potenza offensiva.
Sebbene non sia direttamente controllabile in combattimento, Lute è un personaggio dagli interessanti risvolti strategici grazie ai diversi tipi di aura che è in grado di emanare. Nel corso dell’esplorazione impareremo a sfruttare i magici poteri dello spirito, che consentiranno a Briar di scovare importanti informazioni o rendere vulnerabili alcuni tipi di nemici. Tuttavia, Lute non può sprigionare i suoi poteri in eterno: sta a noi attivare l’aura di cui abbiamo bisogno col giusto tempismo per evitare che lo spirito vada in sovraccarico.
Questa meccanica sarà di vitale importanza in alcuni scontri con nemici invulnerabili ai colpi di Briar a meno che l’aura di Lute non sia attiva, ma anche per risolvere dei piccoli puzzle ambientali che ritroviamo nell’esplorazione del mondo di gioco (dai risvolti più platform).
Nel corso delle nostre avventure ci imbatteremo di tanto in tanto in Layton, un Osservatore col potere di insegnare alle due sorelle nuove abilità e attacchi che potremo tenere d’occhio in due skill tree separati, uno per ognuna delle due protagoniste.
Durante l’avanzamento sbloccheremo anche delle nuove armi per Briar, fondamentali nella riuscita delle combo. Infatti, alternando l’arma principale e quelle secondarie potremo rendere la nostra offensiva più efficace a seconda della tipologia di nemici, caricando più rapidamente la barra dell’Unità.
Soulstice, tuttavia, non è esente da sbavature: in questa prima demo, contenente degli estratti della seconda e della quinta missione di gioco, emergono i limiti di una telecamera solo parzialmente controllabile che finisce per ostacolare l’esplorazione e remando contro al level design. Anche l’AI dei nemici non convince appieno, risultando ripetitiva e facilmente prevedibile dopo una manciata di secondi di combattimento.
Al netto di queste imperfezioni, è evidente l’impegno che i Reply Game Studios stanno riversando all’interno di Soulstice, titolo in lavorazione da oltre quattro anni. La cura nella ricerca di uno stile artistico che sia al contempo unico e la sintesi delle reference provenienti dal Sol Levante care agli sviluppatori (sfidiamo a non pensare a Briar come alla versione femminile di Gatsu di Berserk!) emerge nel character design delle due protagoniste, impreziosito dal doppiaggio di Stefanie Joosten (Quiet in Metal Gear Solid V: The Phantom Pain).
Soulstice ci lascia con tanta curiosità e tante domande: chi sono Briar e Lute? Cosa le unisce oltre al legame di sangue e al rituale al quale si sono sottoposte? Cosa ha in serbo per loro l’Ordine di cui sono parte? Riusciranno a ristabilire l’equilibrio a Keidas? Solo il gioco completo, in uscita il 20 settembre, potrà rispondere ai nostri quesiti.