SpaceChem
La formula (chimica) del successo.
Sono le due di notte, la sveglia suona tra meno di 5 ore e la mia stanza è piena zeppa di atomi. Li vedo ovunque, saltellano intorno a me aggregandosi in legami covalenti, "escono dalle fottute pareti" combinati in molecole, discutono amabilmente su valenze e peso specifico per poi dirigersi lieti verso enormi reattori...
Forse è colpa della stanchezza, forse delle troppe ore passate su quel diabolico ritrovato elettronico chiamato SpaceChem, ma penso sia davvero giunta l'ora di spegnere il portatile e andare a riposare. Magari dopo aver bevuto un sorso di H2O.
Poche cose sulla Terra raggiungono apici di "nerdismo" così elevati come l'ultima creatura di Zachtronics Industries: prendete un puzzle game dalla logica spietata e catapultatelo all'interno di un universo fatto di formule chimiche, atomi impazziti e reattori nucleari.
Mescolate bene, aggiungete qualche catalizzatore per facilitare la reazione et voilà... quello che otterrete è SpaceChem, un generatore perpetuo di mal di testa travestito da videogioco capace di trasformare un normale giocatore in uno sfigatissimo piccolo chimico del futuro, alle prese con oscuri accrocchi che rispondono al nome di Waldo, Fuser e Bonder.
Nei panni del classico scienziato occhialuto muoveremo i nostri passi all'interno di SpaceChem, azienda nata nel 2745 con nobili intenti ittici, evolutasi poi nel settore energetico sino a diventare uno dei colossi planetari più grandi e potenti.
Da buoni tecnici intergalattici, sarà compito nostro districarci nei numerosi problemi che quotidianamente affliggono la vita di un chimico: fusioni/fissioni di composti instabili, produzione di molecole all'interno di appositi reattori che dovremo creare noi stessi, sintesi di nuove sostanze e, non ultimi, fastidiosissimi attacchi alieni.
Dimenticatevi di plasma gun, fucili laser e diavolerie simili: gli alieni si sconfiggono con cervello, reazioni ingarbugliatissime e con la Tavola Periodica. Gordon Freeman, per chi se lo stesse chiedendo, non lavora alla SpaceChem.
Cuore della meccanica di gioco è la realizzazione del già citato reattore. L'artefice del nostro successo è rappresentato da un reticolo suddiviso in quattro sezioni (due di input e due di output), percorse in lungo e in largo da due circuiti di diverso colore. Su tali binari sfrecciano i Waldo, plurifunzionali cursori tondeggianti il cui scopo è quello di eseguire determinate istruzioni non appena entrati in contatto con un relativo trigger.
Le azioni possibili sono molteplici, e vanno dalla cattura (grab) dell'atomo corrente al suo abbandono (drop), dalla rotazione della molecola alla sincronizzazione dei Waldo lungo le due piste; sono chiaramente possibili azioni più strettamente chimiche, quali creazione/distruzione dei legami (Bonder), fusione in molecole più o meno articolate e molto altro ancora. Ciascun reattore può gestire al massimo due componenti (atomi/molecole) in ingresso: tranquilli, è abbastanza per farvi impazzire.