Splatterhouse
Buon sangue non mente? Ehm...
"Splatterhouse è stato in assoluto il primissimo gioco con il parental advisory. Questo è un revival della serie, e vogliamo che sia altrettanto offensivo...". Nulla da dire, il producer Dan Tovar è uno con le idee decisamente chiare. E ci vuole in effetti poco a capire quanto i suoi propositi di evitare ad ogni costo tutto ciò che risulti anche solo vagamente politically correct siano dannatamente seri. Parliamo del resto di un videogame che esibisce con evidente orgoglio organi e frattaglie svolazzanti come sfondo dei menu, e dubito che serva aggiungere altro.
Se vi sembra oltraggioso e di cattivo gusto sappiate che letteralmente quello è soltanto l'inizio: Splatterhouse è il manifesto dell'estremo e dell'ultraviolenza più becera, un titolo in cui il gore è sempre e comunque un fine e mai un mezzo. Roba perfetta per mandare in brodo di giuggiole i palati forti (o meglio ancora i quattordicenni alla ricerca di emozioni extra strong) e per far insorgere associazioni bigotte di genitori e psicologi da bar con furiose crociate contro il medium intero.
L'enfasi per il grandguignol è in effetti talmente esagerata da trascendere paura, tensione e brividi di qualsiasi tipo, per sfociare paradossalmente in qualcosa di apertamente caricaturale e grottesco. Anche perché risulta piuttosto difficile prendere sul serio un titolo in cui arriverete a "mungere le teste dei vostri avversari" (queste le esatte parole di Tovar) via stick analogici con l'intenzione di spremere più sangue possibile.
Il sangue, già: in Splatterhouse edizione 2010 l'emoglobina digitale non soltanto scorrerà a fiumi (con litri e litri di plasma spruzzati sui pavimenti, sulle pareti, ovunque...) ma diventerà addirittura fonte di energia e di esperienza, preziosa risorsa da accumulare per sfamare la perversa sete della misteriosa maschera satanica che ha trasformato Ryan Taylor da teenager sfigato ad ipertrofico manzone indemoniato.
La trama ci sarebbe pure, anche se credo che nessuno, a cominciare dagli sviluppatori, sia particolarmente interessato: vi basti sapere che di mezzo c'è la solita fidanzata rapita (Jennifer), il solito scienziato andato pesantemente fuori di cotenna (il Dottor West, specialista in... ehm, necrobiologia) e l'immancabile magione-laboratorio teatro di sinistri esperimenti assai poco ortodossi. Il resto è il proverbiale repertorio di schifezze da genuino B-movie, con zombie, demoni, mutanti, feti gargantueschi rianimati e addirittura gorilloni biomeccanici.