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StarCraft II

Il ritorno del re.

L’annuncio di un nuovo gioco da parte di Blizzard Entertainment è spesso seguito da una perturbazione nella forza, avvertita dai videogiocatori di tutto il mondo. Da una delle migliori software house al mondo ci si aspetta sempre il meglio, naturale attendere quindi un capolavoro dal seguito di uno dei migliori RTS della storia. StarCraft 2 è in sviluppo dal 2003, ma è stato annunciato soltanto il 19 Maggio 2008 scorso, durante il Blizzard Worldwide Invitational di Seoul, in Corea del Sud.

Dai primi video in-game rilasciati si è potuto constatare come la software house americana abbia voluto tramandare in questo nuovo capitolo lo stesso feeling del predecessore, mantenendone invariato il gameplay ed aumentando sensibilmente l’impatto grafico. I seguaci di Blizzard troveranno dunque il classico motore grafico colorato e cartoonesco, ma impresso su schermo all’ennesima potenza. Gli effetti speciali rasentano lo spettacolo puro, così come le animazioni delle unità, davvero ben curate nei minimi particolari, oltre a un framerate fluido e stabile.

Così come da tradizione Blizzard, il tutto costruito attorno a requisiti di gioco ampiamente soddisfabili dall’utente medio: basterà infatti un dual core dai 2 Ghz in su, 2 Gb di Ram e una scheda video Nvidia 8xxx/ATi 2xxx per permetterci tranquillamente di giocare, e bene, a Starcraft 2. Un altro marchio di fabbrica Blizzard, che ha fatto la fortuna di un certo World of Warcraft.

Ormai nessun titolo sci-fi che si rispetti, non può rinunciare ai tripodi tra le unità di attacco disponibili.

Una prima novità è rappresentata dalle mappe, sulle quali è stato effettuato un notevole restyling grafico. Giocare a Starcraft 2 dunque non è solo piacevole dal punto di vista del gameplay, anche l’occhio vuole (e riceve) la sua parte, e che parte! In alcuni punti, alle spalle del terreno di gioco, proprio sullo sfondo, possiamo scorgere stelle, galassie e pianeti lontani realizzati in modo impeccabile, che danno un senso di profondità davvero convincente e inedito. Anche l’interazione con l’ambiente di gioco risulta sensibilmente maggiore rispetto al predecessore: i Reapers dei Terran ad esempio, potranno superare facilmente dislivelli del terreno altrimenti invalicabili per altre unità di terra grazie al loro jetpack. Ovviamente sono state confermate le tre razze originali: Terran, Protoss e Zerg e si vocifera di una possibile quarta razza che potrebbe essere introdotta in un prossimo futuro, in una già sicura ed inevitabile espansione.

La novità più importante è senza dubbio data dall’ennesima, impeccabile scelta da parte della Blizzard di suddividere il gioco in tre capitoli distinti, che verranno rilasciati l’uno ad un anno di distanza dall’altro, distribuiti dunque nell’arco di tre anni. Oltre a rivelarsi una mossa di marketing davvero intelligente, garantendo il triplo delle vendite al colosso californiano, questa scelta ha permesso agli sviluppatori di concentrarsi maggiormente su ogni aspetto della campagna di ogni singola razza, trasformando la parte single player di quello che a conti fatti è un RTS, in un’avventura vera e propria. Alla Blizzard ci assicurano dunque tre campagne distinte di proporzioni epiche, con un background avvincente e una storia molto curata nei minimi particolari.