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Superstars V8 Next Challenge

Un piccolo passo in avanti.

Superstars V8 non è senz’altro stato un successo di critica per Milestone ma nonostante ciò gli sviluppatori non si sono dati per vinti, convinti di poter riuscire a replicare, anche nel mondo delle quattro ruote, gli ottimi risultati ottenuti con i racing game motociclistici. A distanza di circa un anno, eccoci dunque a parlare di Superstars V8 Next Challenge, nuovo capitolo della serie con cui Milestone spera far breccia nel cuore di tutti gli appassionati di automobilismo digitale. Un obiettivo troppo pretenzioso? Almeno per il momento, pare purtroppo di sì.

Il titolo presenta un buon numero di modalità che si adattano alle esigenze di tutti i videogiocatori, siano essi occasionali e quindi in cerca di qualche rapido giro di pista, o veri e propri appassionati intenzionati a intraprendere attività più durature. Oltre alla Gara Veloce, la Sfida a Tempo e il Weekend di Gara, è infatti presente il consueto Campionato, a cui si aggiungono le Patenti Superstar; quest’ultima modalità, sulla falsariga delle patenti di Gran Turismo, è suddivisa in quattro categorie, ognuna delle quali propone un discreto numero di sfide a difficoltà crescente, volte a permettere a tutti gli aspiranti piloti di familiarizzare con le meccaniche di gioco.

Con un tale numero di auto in pista, gli incidenti sono praticamente assicurati.

Come di consueto il titolo si avvale della licenza Superstars, riproponendo dunque l’intera competizione con assoluta fedeltà; le 19 auto proposte, accompagnate ovviamente dai propri piloti ufficiali, e tutti i tracciati disponibili, sono infatti rappresentati nei minimi dettagli, sponsor compresi, assicurando dunque grandi soddisfazioni a qualsiasi appassionato. Purtroppo, al di là di un’accurata rappresentazione di questa affascinante realtà automobilistica, il titolo evidenzia però diversi difetti tanto nel gameplay quanto nella resa grafica, che purtroppo sono impossibili da ignorare.

Il modello di guida, oltre a mostrare una gestione dei mezzi non sempre accurata, è incapace di garantire quell’esperienza tendenzialmente simulativa che ci si aspetterebbe da un prodotto di questo tipo; disattivando gli aiuti alla guida, il tutto si fa ovviamente più complesso e “realistico”, ma in questo senso la compagnia Italiana dovrà ancora lavorare sodo per raggiungere risultati di primissimo piano.

Audi e BMW sono solo due dei costruttori presenti in questo titolo.

L’introduzione del Dynamic Tarmac Condition, volto a fornire maggior realismo durante le gare sul bagnato, è indubbiamente una valida aggiunta (soprattutto alla luce delle necessità di seguire traiettorie pressoché perfette in tutte le zone del circuito per evitare rovinosi fuoripista) ma la sua realizzazione, come anticipato nel nostro ultimo hands-on, è poco convincente e non all’altezza dei proclami della vigilia.

Lo stesso dicesi per il sistema delle collisioni, privo di grande realismo (le auto rimbalzano spesso l’una contro l’altra) e per la gestione dei danni, sostanzialmente ininfluente per ciò che concerne le prestazioni in pista. Nel corso di una gara gestita con discreta abilità, qualsiasi impatto doveste avere con le altre auto non vi creerà infatti alcun handicap in quanto a prestazioni del veicolo, e anche nel caso in cui doveste andare fuori pista, finendo col colpire un muro ad altissima velocità, non andrete incontro a vere e proprie ripercussioni, eccezion fatta per una leggera perdita di velocità e una minor ripresa del mezzo in fase di accelerazione.

Un altro grave difetto è legato all’intelligenza artificiale degli avversari, incapaci di creare reali difficoltà indipendentemente dal livello di difficoltà selezionato, a causa della loro scarsa aggressività.