The Elder Scrolls V: Skyrim
Bethesda nel segno della tradizione.
Una volta che avremo finalmente scelto la nostra configurazione preferita, potremo sbizzarrirci con un sistema di controllo che, su 360, sfrutta i due trigger rispettivamente per le mani destra e sinistra. Una volta menati i primi fendenti (o lanciate le prime magie), noteremo salire l'indicatore del relativo livello di abilità, il che ci segnala che in Skyrim le skill aumenteranno in base all'utilizzo che se ne farà e non attraverso un'aprioristica allocazione dei punti esperienza.
Le possibilità di fare crescere il proprio personaggio non si limitano però ai combattimenti e all'inevitabile conclusione delle quest: sparsi per il mondo di gioco vi saranno infatti dei monoliti che ci permetteranno di acquisire altra esperienza, così come vi saranno delle pareti sulle quali sono presenti delle incisioni che, una volta lette, ci permetteranno di apprendere nuovi shout.
La progressione del nostro personaggio sarà consultabile da un menu a 4 direzioni che ci permetterà di: vedere gli oggetti nel nostro inventario (tutti in 3D, quasi a darci l'illusione di poterli toccare con mano); guardare le magie che abbiamo imparato; vedere l'albero delle nostre skill, le cui diramazioni verranno raffigurate come delle costellazioni; infine, guardare la mappa del mondo di gioco, che non consisterà in altro che in uno zoom out da distanze satellitari per vedere la mappa nella sua interezza.
Superata questa fase, è stato il momento di entrare in un villaggio per l'attivazione di una quest. Il luogo si è presentato modestamente popolato, coi suoi pochi cittadini impegnati a sbrigare le loro faccende quotidiane e a dare vita all'economia locale. Bethesda ha accennato comunque alla presenza di cinque città, che non dovrebbero fare rimpiangere in alcun modo quelle già ammirate anni fa in Oblivion.
Interagendo coi cittadini si potranno scoprire molte cose utili sul mondo che ci circonda e, ovviamente, attivare la prima quest, che ci vuole a ritrovare un artiglio dorato all'interno di uno degli oltre 150 (!) dungeon presenti nel gioco. Poiché il luogo delle nostre prossime scorribande si è rivelato essere un po' lontano dal villaggio, Todd Howard è montato in sella a un cavallo, che sarà a sua detta il mezzo più veloce per viaggiare in Skyrim.
Il tragitto al galoppo ci ha permesso di imbatterci in scorci davvero suggestivi, permettendoci anche di notare come il mondo del gioco possa subire variazioni dinamiche in base agli eventi atmosferici (del tutto casuali) cui potremo assistere. Nello specifico, una bufera di ghiaccio ha finito ben presto con l'imbiancare il mondo dinnanzi a noi, il che conferisce al tutto quel realismo che non guasta mai.
Una volta giunti a destinazione e usata la magia Illusion per fare in modo che due nemici si attaccassero tra di loro, è stata la volta di entrare nel labirinto: non sto qui a farvi la cronaca di quanto accaduto, ma posso sen'altro dirvi che l'esperienza propostaci da Bethesda si è rivelata alquanto canonica.
Tolti i Draugr, dei soldati non morti dalle fattezze "zombesche", il resto dell'esperienza è consistito di ragni giganti (dai quali estirpare le ghiandole per avvelenare le nostre armi), troll, giganti, ceste da aprire e altri mostri umanoidi che non hanno brillato particolarmente per intelligenza. Insomma, tutto il bestiario fantasy cui ci hanno abituato decenni di militanza videoludica, senza alcuna particolare impennata di originalità.