The Shoot: Ciak si Spara!
Un set in salotto.
Ed eccoci di nuovo alle prese col famigerato telecomando Sony. Che lo si chiami con il suo vero nome o con qualsiasi altra accezione che possa descriverlo come un bastoncino con una palla luminosa sulla sua estremità, resta il fatto che il Move continua a destare curiosità, soprattutto tra chi, possessore di una PlayStation 3, sarebbe tentato di acquistare anche una Wii, per giocare in famiglia, con amici e parenti. Ma ormai, tra i "pleistescionari" convinti, il ritornello è quasi scontato: la Wii? Naaa, c'è il Move!
Nonostante una line-up non ancora all'altezza, la nuova periferica Sony continua quindi nella sua opera di diffusione grazie ad alcuni titoli che cercano di risollevare un livello di qualità, ma soprattutto di interazione e divertimento, di poco spessore. E' il caso di The Shoot, sparatutto fin dal nome che ci propone di vestire i panni dell'attore innamorato di camera e polvere da sparo.
C'è un set cinematografico, un regista costantemente negli orecchi e molto, moltissimo da sparare. Premesse eccezionali per tutti i casual gamer alla lettura, un po' meno per i videogiocatori hardcore, poco attratti da questi titoli per pseudo mammolette. Ma d'altronde, se la missione di Sony è quella di catturare una fetta potenziale di utenza Wii, beh, The Shoot non può che essere un'esca piuttosto attraente. Perché in Ciak si Spara! non ci sono scenari post-apocalittici, nessun vecchio combattente da salvare o attacchi terroristici da sventare. L'approccio è totalmente easy, per uno shooter perennemente sui binari che ti porta per mano dall'inizio alla fine.
Una produzione destinata appunto ad un pubblico spensierato, che non chiede tantissimo, se non di passare qualche ora, tra risate e pallottole spuntate. Il vero pericolo di questo genere di giochi è uno soltanto: la noia. Spesso la semplicità di base va a braccetto con una struttura di gioco ripetitiva e poco appassionante, ma fortunatamente questo non è il caso di The Shoot, che invece si muove con una certa disinvoltura tra una facilità d'approccio di fondo e situazioni spassose, capaci di strappare più di un sorriso.
La premessa, come accennato, è quella di essere i protagonisti di una serie di film di vario stampo, da quello western alla più classica bobina di fantascienza, passando per una scena horror o tra le sparatorie di un gangsta movie.
A coordinare i nostri movimenti c'è sempre l'ombra (a volte un po' ingombrante per stazza e petulanza) del regista, dedito ad illustrare cosa fare e come farlo, in un ruolo a metà tra un tutor e un bacchettatore.
Scopo di ogni sessione è quello di ripulire lo schermo dai nemici, prima che si diano a gambe levate o che possano colpirci e portarci ad un inesorabile game over. Di tanto in tanto poi, ci sarà richiesto un utilizzo del Move più particolare. Per esempio, sul set di un film western capita di dover posizionare il controller come se fosse una pistola per poi sfidarsi a duello col fuorilegge di turno, in pieno stile Mezzogiorno di Fuoco.