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The Witcher 2: Assassins of Kings

Il GDR dell’anno?

Il gioco è finalmente uscito. Qualora foste interessati a completarlo al 100%, vi invitiamo a consultare la nostra soluzione completa di The Witcher 2: Assassins of Kings !

I sequel sono un buon indice per capire come i vari soggetti affrontino il successo. Nel cinema, quando sei fortunato, puoi goderti un "Ritorno dello Jedi" o "Terminator 2", altrimenti ti becchi Batman & Robin o The Mask 2, e che Dio abbia pietà di te.

Nei videogiochi il meccanismo è simile, l'unica cosa che cambia è che gli sviluppatori non posso semplicemente raccontare una nuova storia, devono correggere eventuali difetti di gameplay, adeguarsi alla tecnologia, integrare i suggerimenti dei fan e, possibilmente, inserire le idee che sono rimaste fuori dal primo capitolo.

Ma, al di là delle differenze, la regola d'oro di ogni sequel, che si tratti di un libro, un film, un videogioco o quello che volete voi, è sempre la stessa: aumentare il proprio pubblico, possibilmente senza giocarsi l'utenza già acquisita.

Purtroppo, nell'industria videoludica, la strategia più in voga per raggiungere questo obiettivo è una certa semplificazione, più o meno radicale, delle meccaniche di gioco, con l'intento di fare breccia nell'utenza più generalista.

Cosa c'è di meglio di kraken per movimentare una gita nei boschi?
Vi godrete l'impiccagione o farete qualcosa per salvare i condannati? A voi la scelta...

Di solito a questa decisione segue puntuale un'ondata di sdegno da parte dei duri e puri, che si stracciano le vesti di fronte a una presunta "casualizzazione" del gioco, a cui il reparto marketing cerca in qualche modo di mettere una pezza. Avete presente quando una band underground fa successo e viene accusata di essersi venduta alle major? Più o meno è la stessa cosa, ma senza hipster.

Per capire se anche Geralt di Rivia sarà oggetto dello stesso trattamento, ho potuto toccare con mano una versione quasi definitiva di The Witcher 2. Come spesso accade con le storie non lineari, la prima opzione che vi accoglierà quando inizierete una nuova partita, sarà la possibilità di importare un salvataggio del primo capitolo. Ma visto che ci sarà tempo in sede di recensione per capire come le decisioni passate influiranno sul vostro destino, ho optato per un Geralt nuovo di pacca.

Lungi da me volervi raccontare cosa succede nel prologo o la piega che prenderanno gli eventi. Sarebbe un gesto veramente crudele, diciamo solo che le cose non iniziano benissimo per il nostro ammazzamostri. Attraverso quattro flashback dovrete ripercorrere gli eventi che vi hanno portato dove vi trovate, prendendo nel frattempo confidenza col sistema di controllo e le persone coinvolte nelle vostre vicende, per poi procedere con l'avventura vera e propria.

Da questi primi minuti due cose balzano subito all'occhio: la narrazione adulta che caratterizzava il primo capitolo è stata ripresa in toto, mentre il sistema di combattimento, come abbiamo già fatto notare nel precedente hands-on, ha subito alcuni cambiamenti che l'hanno reso più dinamico.

Capiterà quindi di trovarsi di fronte a sesso (e non solo gente si bacia indossando un costume che copre tutto), imprecazioni, mutilazioni, decisioni difficili, impiccagioni, tradimenti e tutto quello che potrebbe succedere in un mondo attraversato da conflitti interraziali e lotte per il trono.

Un filmato di gameplay per The Witcher 2.